Ha scritto di mondi di brutalita’ e bellezza, dove non c’e’ salvezza e poca speranza e ha riflettuto a lungo sul male Laszlo Krasznahorkai, considerato uno dei maggiori scrittori ungheresi viventi, vincitore del Man Booker
Prize nel 2015 e finalista al Premio Strega Europeo 2017 ed e’

arrivato alla conclusione che a vincere e’ “la forza
irresistibile della debolezza della gentilezza”.
“Quello che sta succedendo in Ucraina ci fa pensare che che
siamo davanti a una situazione in cui la forza maggiore vincera’
sulla forza minore. Tuttavia secondo me nei confronti di
qualsiasi forza distruttiva l’unico modo per combatterla e’ la
debolezza della gentilezza”. Lo dice all’ANSA Laszlo
Krasznahorkai, appena arrivato a Roma con il suo libro, finora
inedito in Italia ‘Seiobo e’ discesa quaggiu’ ‘ (Bompiani) con cui
e’ atteso il 12 marzo a Libri Come, la festa del Libro e della
Lettura inaugurata oggi all’Auditorium Parco della Musica di
Roma con il sindaco Roberto Gualtieri. “Tutti pensano che Putin
sara’ sconfitto solo da una forza maggiore perche’ i farabutti
come lui e’ l’unica cosa che capiscono. Io invece la penso
diversamente. Non sto parlando della debolezza intesa
comunemente, mi riferisco a una intensita’ angelica della
debolezza. Una condizione cosi’ intensa nei confronti della quale
anche la forza non puo’ nulla. Quando uno vede queste immagini
terribili di donne, bambini, anziani morti in condizioni
orribili che patiscono la fame, la sete e il freddo, il primo
pensiero e’ vado e sparo con un cannone ancora piu’ grosso e forse
questo puo’ fare qualcosa contro Putin, ma non sconfiggera’ mai la
cattiveria e la malvagita’ ” sottolinea lo scrittore. “Certo
qualcuno potra’ dirmi: a me basta sconfiggere Putin perche’ cosi’
cessa la situazione attuale di sofferenza, ma il male no, non
cessera’ . Ci sono dei momenti in cui il male viene a galla ed e’
difficilissimo fermarlo, anche perche’ la forma in cui si
presenta fa pensare alle persone che non si possa fare nulla. Ho
pensato molto a questa problematica e l’unica soluzione che ho
trovato per sconfiggere il male e’ la forza irresistibile della
debolezza, della gentilezza” dice Krasznahorkai. E Seiobo,
l’eroina di questo libro e’ proprio la dea che porta gli uomini
alla creazione e all’arte attraverso questa forma di debolezza.
“Il male ha gia’ vinto da parecchio tempo, non e’ Putin. Lui e’
solo una brutta marionetta, un maledetto agente del Kgb, un
farabutto, un assassino di massa. Lui da’ corpo al male che e’
sempre presente nella nostra vita. Per questo dico che non vedo
come si possa distruggere il male con un male maggiore” spiega
lo scrittore ungherese ed e’ consapevole che puo’ apparire strana
la sua posizione. “Lo so bene che quello che dico suona
ridicolo. Se andassi in Ucraina e dicessi alla gente ‘lasciate
le armi venite con me e guardiamo negli occhi la parte avversa’,
cosa succederebbe? Ucciderebbero tutti, ma tutto questo avviene
perche’ non e’ adesso che la situazione sta avendo un’escalation.
E’ gia’ avvenuta quando al male e’ stato risposto con il male. E’
una cosa assolutamente irreale, ma se tutta l’Europa,
l’Australia, gli Stati Uniti, se tutte le nazioni che possono
essere coinvolte nella terza guerra mondiale dicessero ‘non
diamo piu’ armi, anzi le mettiamo giu’ , le ritiriamo’ e restassero
solo i russi con le armi a chi potrebbero sparare se non c’e’ una
resistenza? E’ questa la vera resistenza. Se fossi un profeta
vero direi questo”.
Krasznahorkai, l’autore di libri come ‘Satantango’, Guerra e
Guerra’, ‘Melancolia della resistenza’ spera che chi leggera’ i
racconti di ‘Seiobo e’ discesa quaggiu” che ci porta in diverse
ambientazioni e epoche, nell’antica Persia, nel Rinascimento
italiano, in Giappone, seguendo la bellezza sublime dell’arte,
“pensi bene a come interpretare questo concetto”. “L’antica
Persia, le culture cinesi e giapponesi antiche, le icone russe
narrano la stessa cosa: che il bello ha una forma cosi’ alta e
intensa che e’ la personificazione della gentilezza e dobbiamo
fare di tutto perche’ questo non vada distrutto” dice Laszlo che
ha una scrittura ipnotica, poetica e conclude: “Bisogna sempre
prepararsi alla terza guerra mondiale”.