La Campania, che i numeri per restare dov’era in realtà li ha. Ma il suo presidente De Luca questa volta ha anticipato le decisioni del governo chiedendola lui la serrata. «I contagi aumentano in modo esponenziale, il numero di letti occupati da malati Co- vid negli ospedali anche, è inutile perdere altro tempo aspettando i dati del monitoraggio vecchi di una settimana e più», è il ragionamento che ha fatto a Speranza e ai suoi esperti. Ma la preoccupazione dello “sceriffo” campano è la stessa che ha attanagliato i tecnici della cabina di regia che ieri hanno impiegato una mattinata intera per licenziare il report relativo alla settimana dal 22 al 28 febbraio. Pochi giorni fa ma un secolo, visto come galoppa l’epidemia. Basti ara pensare che l’ultimo giorno del mese scorso, quando il report ha scattato l’ultima fotografia, i contagi erano 17mila, ieri 24mila. E ottomila casi m più in soli cinque giorni dicono che la terza ondata è già tra noi e non c’è bisogno di gettare lo sguardo sull’indice di contagiosità, il famoso Rt, salito dallo 0,99 sopra la soglia di sicurezza all’l,06, perpredire che la situazione sta andando fuori controllo. E infatti la cabina di regia dopo aver constatato che in una settimana l’incidenza dei contagi è salita da 145 a 195 contagi settimana ogni lOOmila abitanti ha previsto che in una manciata di giorni il contatore sarà salito già a 250, limite oltre il quale secondo il primo Dpcm Draghi le scuole di ogni ordine grado vanno chiuse. Perquestobuona parte degli esperti diregioni, Isse ministero della Salute in cabina diregia ieri volevano bruciare i tempi stabilendo da subito di passare direttamente in rosso le regioni con più di 250 casi ogni lOOmila abitanti. Dopo un’accesa discussione e forse qualche telefonata esterna al conclave, si è deciso di applicare la regola dal prossimo monitoraggio, sbattendosene dell’Rt inferiore a 1,25 che oggi salva le regioni dal lockdown. Com’è accaduto appunto a Lombardia ed Emilia Romagna dove la curva da tempo si impenna verso l’alto. Con i numeri di oggi in rosso sarebbero già finite proprio l’Emilia, in compagnia di Marche, Abruzzo e Alto Adige, che in realtà in lockdown ci si è messo da solo. Ma è chiaro
che con questa escalation dei contagi il rosso potrebbe diventare la tinta predominante lungo tutto lo Stivale. Chein realtà, come mostra la mappa qui affianco, è già vestito d’Arlecchino, perché al di là delle colorazioni regionali ci sono poi tante macchie di rosso e arancione scuro via via imposte dagli amministratori locali a comuni provincie dove l’effetto variantisi fa più sentire. Tra passaggi di fascia delle regioni e chiusure chirurgiche a livello locale il governo spera di poter almeno rallentare la crescita dei contagi da qui a Pasqua. Ma se così non fosse il ministro della salute Roberto Speranza è già pronto a sfilare dal cassetto il piano  da presentare a Draghi. Inpratica di tratterebbe di replicare per due settimane a Pasqua il modello già sperimentato durante le festività natalizie, quando durante i feriali tutta Italia si è tinta di arancione per diventare poi rossa nei festivi e pre festivi. Solo che questa volta si pensa anche di anticipare alle 20 il coprifuoco. Misure draconiane che il premier spera però di lasciare nel cassetto per non dare un colpo alla nuca soprattutto a chi fa impresa nella ristorazione e nel turismo, che sulle vacanze di Pasqua fa affidamento per limitare almeno un po’ le perdite. Certo è che ² numeri dell’ultimo monitoraggio dell’Iss non lasciano molto spazio all’ottimismo. Per la quinta settimana consecutiva si con ferma un peggioramento nel livello generale di rischio, quello che lo stesso report settimanale definisce dopo aver miscelateci indicatori che oltre a numero di casi e contagiosità testano la tenuta dei servizisanitarì. Le regioni giudicate a rischio “alto” passano da cinque a sei e sono Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardiae Marche. Arischio “moderato”, che nel linguaggio un po’ edulcorato del report sta per “medio”erano in 10, sono ora 14 regioni e ben nove di queste sono “ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane”. Ma la cosa che preoccupa maggiormente è il fiato sempre più corto degli ospedali, che stanno andando di nuovo verso il sold out. Il tassodi occupazione in terapia intensivaalivello nazionale ècomplessivamente in aumento con il 26% di letti dedicati ai pazienti Covid contro il 24% della scorsa settimana. E il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.146 a 2.327. A sua volta anche Í1 numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18-295 a 19.570 pazienti. In molti casi messi anche male, come dimostra l’aumento vertiginoso registrato dall’Alfa delle prescrizioni del conte stato antivirale Remdesivii Che dai dati sulla mortalit, fin qui raccolti dalla stess, agenzia del farmaco sembra invece funzionare molto bene. Un’arma buona d. usare in attesa del bazook, caricato a vaccini.