“Il salame come vogliono che lo tagliamo così noi facciamo”. Chi spesso pronunciava questa frase era un politico napoletano della prima Repubblica. Voleva dire che lui ed i suoi proponevano agli elettori ciò che questi desideravano. Punto. L’irrealizzabilità dei desideri popolari era un’altra cosa. Una volta al potere avrebbero provato a “tagliare il salame” secondo i desiderata. Cosa potevano farci se invece dei dadini richiesti ne uscivano fuori delle fettine sottili? Non era colpa loro. Altri tempi. C’erano allora le ideologie che qualche indirizzo perentorio lo davano sul come “il salame andava tagliato”. Oggi di freni alla propaganda non se ne vedono proprio, con i media che moltiplicano le notizie senza spesso farci la tara. E si arriva al punto, come sosteneva Carlo Goldoni ai tempi suoi, che: “Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento”.

Per l’ex presidente del Consiglio Mario Monti “l’attuale campagna elettorale sta battendo ogni record, per irrealismo delle proposte” che i partiti vanno facendo. E, ancora, sul Corriere della sera, si domanda se ci sia qualche forza politica ad impegnarsi “a non fare nessun condono (fiscale, previdenziale, valutario, edilizio o altri) per tutta la legislatura”. Per il momento non si sentono dichiarazioni di tal genere. Con molta probabilità si arriverà a marzo senza che nessuno dei contendenti alla corsa elettorale si sognerà di fare “promesse” così azzardate. Gli verrebbe subito affibbiato il nome di torturatore della “razza italica”, con tutte le conseguenze mediatiche del caso.

Come fare, allora, per dare al cittadino elettore una contro-informazione oggettiva? Bella domanda! Sarebbe compito della “stampa libera” ed indipendente svolgere questo ruolo. In verità, quando usiamo certi termini per qualificare l’informazione ci ricordiamo degli “editori spuri” che operano nel nostro Paese e, con tutta la voglia dei giornalisti di fare il loro lavoro nel modo più oggettivo possibile, il problema dei condizionamenti – in alcuni casi veri blocchi – resta.

C’è capitato di leggere ultimamente una “lettera al direttore” sul Corriere della sera a firma di valenti e noti giornalisti Rai, nonché del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna. Il tema è “il contratto di scrittura artistico/professionale”. Una polemica che vede il giornalista-artista-scrittore Bruno Vespa contro i giornalisti “non artisti”. La questione è se Vespa in campagna elettorale potrà ospitare nella sua trasmissione i politici. Il suo contratto gli consente di splafonare il tetto dei compensi Rai, ma gli permetterà di continuare ad ospitare a Porta a Porta, definita la terza Camera della Repubblica, i vari personaggi politici in campagna elettorale? Per Roberto Fico presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai “no”. Anche secondo la lettera al direttore di Verna non si può stare per convenienza con “due piedi in una scarpa”. O si è artista, o giornalista.

Di là della polemica contrattuale, a leggere i nomi che firmano la nota e pensando al tanto decantato – quando conviene s’intende – ruolo della Rai come servizio pubblico, nella nostra mente è balenata un’idea. Sarebbe interessante se Bianca Berlinguer, Federica Sciarelli, Sigfrido Ranucci, Duilio Giammaria, Franco di Mare, firmatari della lettera insieme al presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti – con la vigilanza appunto dell’Ordine -, dessero vita ad una trasmissione di corretta informazione sui temi elettorali. A partire da un mese dalle elezioni, ogni sera un passaggio televisivo di puntualizzazione sulle eventuali fake new politiche giornaliere. Uscita dall’Euro, flat tax, aliquote varie dimezzate, salari minimi? Fare realisticamente i conti di quanto costerebbero al Paese certe riduzioni ed i possibili danni conseguenti. E’ chiaro che gli approfondimenti andrebbero fatti con economisti ed esperti qualificati.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il direttore del servizio di Polizia postale, Nunzia Ciardi, hanno presentato recentemente il nuovo servizio messo a disposizione per segnalare fake news. Difronte a notizie false la Polizia postale si attiverà anche in campagna elettorale per arginare “l’operato di quanti, al solo scopo di condizionare l’opinione pubblica e orientarne le scelte, elaborano e rendono virali notizie destituite di ogni fondamento”. Certo, le “bufale” macroscopiche verranno bloccate. E le altre, quelle sparate dai leader dei vari partiti? Ci potrebbe pensare la Rai!

A cura di Elia Fiorillo