A cura di  Gianmarco Scala:

Il cyberbullismo come piaga difficile da contrastare, contro cui scendono in campo a Comicon
i campioni della storia sportiva italiana. Accade oggi alla
Mostra d’Oltremare nell’incontro organizzato da Open Fiber con
l’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile, fondato
dal bronzo olimpico a Barcellona Luca Massaccesi che coinvolge
decine di ex grandi campioni dello sport italiano.
“Qui al Comicon – spiega Massaccesi – ci sono giovani
fantastici, migliaia di ragazzi di un popolo di gente educata.
Ma molti ragazzi oggi sul web, giocano spesso con aspetti
importanti, il web non va demonizzato ma ci sono due aspetti
importanti: e’ tecnlogia che ci permette di vivere anche al di
fuori del nostro Paese, perche’ i ragazzi giocano con tutto il
mondo, ma almeno il 30% dei giovani vive 24 ore al giorno nel
web. Ci vuole un regolamento di condotta di questi ragazzi,
dobbiamo parlare con loro con il cuore, senza demonizzare quello
che fanno ma spiegando che serve equilbrio come quello dei
campioni dello sport”.
Una necessita’ fornita da dati preoccupanti che Massacesi
sottolinea: “Il 75% dei ragazzi – dice – soffre maggiore paura
nel cyber bullismo, perche’ oggi ti picchiano bande di giovani
criminali che ti filmano per metterti sul web. Il lavoro in
questi anni con studi di atenei sul covid seguito dalla guerra
spiegano che i nostri ragazzi stanno peggiorando, con una
impennata del 60% sul cyber bullismo e un’impennata
sull’autolesionismo, con i nostri ragazzi che si tagliano per
non subire il prodotto del loro disagio. In Europa si uccidono
tre ragazzi al giorno, e’ la seconda causa di morte per i
giovani”.
Con Massaccesi a parlare ai ragazzi anche Emanuele
Blandamura, pugile tre volte campione europeo che a settembre
del 2021 ha lasciato il ring: “La cosa importante oggi – spiega
– e’ incoraggiare i ragazzi che possono fare cose importanti. Ci
sono strutture e regolamenti ma c’e’ molto di piu’ , pensiamo a
Einsteint, Ford, che sono esempi di persone con inizio della
loro vita in salita, ma poi capaci di cambiare il mondo. Una
cosa che nel mio piccolo ho fatto anche io vivendo un avvio in
salita e vincendo titoli. Di questo parlo ai ragazzi, di seguire
i propri sogni e loro sono entusiasti, sono come spugne. Nelle
scuole ho fatto loro provare un esperimento sulla guerra,
chiedendo loro di chiudere gli occhi e immaginare la guerra e
poi la sua fine, ho visto la loro emozione piu’ grande di urlare
con gioia”.