Silvio Berlusconi scommette sul sud. E domani torna a Napoli per la seconda tappa della convention di Forza Italia, dopo quella romana del 9 aprile. All’ombra del
Vesuvio provera’ a far dimenticare le liti milanesi tra la
ministra Mariastella Gelmini e la senatrice e sua fedelissima
Licia Ronzulli. Oltre che dare un messaggio agli alleati di
centrodestra dopo il flop del vertice ad Arcore: solo con i
moderati di FI si puo’ vincere e riconquistare il Paese nel 2023.
La manifestazione si aprira’ alle 11 alla Mostra d’Oltremare e si
chiudera’ sabato a mezzogiorno con il Cavaliere, sul palco. Per
lui anche una sorpresa finale. Ma gli organizzatori di piu’ non
rivelano.
Di certo a Napoli tutto sara’ in grande. Stesso slogan di
Roma (‘L’Italia del futuro’) ma una location piu’ spettacolare
com’e’ il quartiere fieristico di Fuorigrotta, l’inno di Mameli
in apertura, i fuochi d’artificio in serata. E per venire
incontro agli ospiti, un servizio di babysitter e pure
dogsitter. Non mancheranno i testimonial come il Ridge di
Beautiful, alias l’attore Ron Moss noto estimatore del Cav, e
Beppe Incocciati, ex allenatore di calcio che fu assessore
azzurro a Fiuggi. Tra gli ospiti internazionali Roberta Metsola,
presidente del Parlamento europeo (in videocollegamento), Donald
Tusk, leader dei Popolari europei e Manfred Weber, capogruppo
del Ppe a Strasburgo. Sette i confronti tematici previsti, dalle
donne al Pnrr passando per turismo ed energia. Spazio anche al
mondo delle imprese, da sempre nel dna di FI: sul palco gli
amministratori delegati di Eni, Enel, Terna, Autostrade e
Trenitalia oltre a Luigi Sbarra della Cisl. Sabato il
sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto ricordera’
la strage di Capaci a pochi giorni dal trentesimo anniversario,
seguito dai capigruppo parlamentari e dal coordinatore nazionale
Antonio Tajani. Fino alla chiosa del ‘Caimano’ come lui stesso
si defini’ anni fa proprio a Napoli, ironizzando sul titolo del
film di Nanni Moretti.
Attese in tutto quasi 5.000 persone tra sindaci,
amministratori locali e parlamentari. Il partito sara’ in campo
con quattro governatori (di Molise, Basilicata, Piemonte e
Calabria) e tre ministri (Renato Brunetta, Mara Carfagna e
Gelmini). Tocchera’ a questi ultimi dar voce all’anima piu’
moderata, da tempo in lotta con i cosiddetti ‘falchi’. E provare
a mettere a fuoco l’orizzonte del partito, in lieve risalita ma
schiacciato tra le spinte populiste della Lega e la volata che
tenta Fratelli d’Italia, forte dei sondaggi a favore e della
coerenza che rivendicano. La stessa evidenziata nella nota di
FdI, martedi’ dopo il confronto a tre, contro un’unita’
“declamata” ma ancora da costruire. Parole che Berlusconi non ha
gradito. Sorpresa Giorgia Meloni che oggi rintuzza: “Non ho
detto niente che non ci siamo detti di persona”.
A Napoli un banco di prova, per FI, potrebbe essere
l’Ucraina, al centro di un tavolo tematico. Un’occasione per
fare chiarezza sull’invasione voluta da Putin e sulle armi a
Kiev. Qui le divisioni tra alleati restano e vanno in scena al
Senato tra Matteo Salvini e Ignazio La Russa. Il primo sbotta
contro “qualcuno che, anche in quest’aula, rinnova l’invito a
inviare altre armi”. E sentenzia: “Io non ci sto”. Replica al
‘luogotenente’ di FdI che sbeffeggia sulle “armi non letali” e
taglia corto: mandiamo “armi per difendersi” cioe’ quelle
“necessarie a ricacciare indietro gli invasori”.