L’amicizia e’ come l’amore, altroche’!”. E Roberto Benigni l’ha capito qualche giorno dopo la morte di quello che per lui e’ stato amico, padre, madre, fratello. Soprattutto “quello che mi scelse”. Cosi’ il tributo e il ricordo di Giuseppe arte 1Bertolucci si fondono nelle righe lette dall’attore sul palco del teatro Argentina di Roma, che in questo modo ha aperto il festival dedicato al regista, sceneggiatore e poeta scomparso tre anni fa. Un’occasione per riaccendere i riflettori su un artista tanto grosso nel fisico, quando soave nell’animo, voluta dall’ assessorato alla Cultura e alle Politiche giovanili della Regione Lazio in collaborazione con Teatro di Roma. Una festa tra musica e cinema che andra’ avanti fino al 24 maggio con proiezioni di film, documentari e spettacoli teatrali di Bertolucci, alla Casa del Cinema e al Teatro India della capitale. Alla ‘prima’ della rassegna c’era anche il fratello Bernardo. Ma non potevano mancare altre due amiche non casuali del regista: Lidia Ravera e Giovanna Marini. La prima ha ricordato
soprattutto l’uomo, che “aveva il dono dell’ammirazione per gli
altri, che sapeva scoprire e valorizzare”. Di certo e’ riuscito a
farlo con Benigni: lo volle in ‘Berlinguer ti voglio bene’, che
fu il suo primo film nel ’77 ma anche il primo di quel ragazzo
smilzo e incontrollabile che veniva da Vergaio. Cosi’ l’avevo
presentato alla Marini mandandolo a casa sua: “Mi disse: non
capisco se e’ un genio o se e’ un matto, vedi tu” ha raccontato la
cantante, che a Bertolucci ha poi dedicato un piccolo concerto.
Ad eseguirlo le voci del coro Arcanto, che hanno anche donato
al pubblico per la prima volta otto minuti del ‘Te Deum per un
amico’ composto ad hoc per il cineasta.
A cambiare tono ci ha pensato di nuovo Benigni, incontenibile
nel ricordo da innamorato ed eternamente debitore di quell’omone
che quando era contento si batteva i fianchi. Ha ricordato lui,
le sue passioni, come il burro fritto e la Juve (“Le uniche che
non ho condiviso”) e i momenti indimenticabili e strani del loro
film comune. “E’ stato un miracolo – continua l’attore Premio
Oscar – un film maledetto per le poche e brutte reazioni di
pubblico che ebbe allora, ma allo stesso tempo fiabesco,
politico, sociale. E’ talmente bello da far saltare sulla
sedia”. E infine Benigni ha confessato di avere nostalgia della
sua gentilezza e forza d’autore: “Quelle si sentono quando ci
sono e oggi mancano tanto”.
Per la Marini, invece, “Giuseppe e’ molto presente, anche
stasera”. Poi le luci si sono spente e in sala e’ cominciata
l’avventura di Cioni Mario e della banda ‘Noi semo quella
razza..

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