Un aumento del 40% delle infezioni sessualmente trasmesse in 27 anni, ma soprattutto dal 2000 in
poi. E un’impennata dei casi per la clamidia, infezione diffusa
soprattutto tra gli under 24, con una percentuale del 30% piu’
nel 2018 rispetto all’anno precedente. Questi i dati che
emergono dalla sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanita’
mentre dagli esperti arriva l’allarme: l’emergenza sanitaria
causata dal Covid-19 ha ridotto il numero di persone che hanno
avuto una diagnosi: un probabile effetto della paura di contagio
da coronavirus, che puo’ avere effetti negativi sulla salute.
Le malattie infettive trasmesse sessualmente possono restare
a lungo asintomatiche ma possono anche cronicizzarsi e
sviluppare gravi complicanze a lungo termine, tra cui sterilita’ ,
parto pretermine, aborto, danni al feto e tumori, tra cui quello
alla cervice dell’utero, oltre a predisporre al contagio da Hiv.
I dati elaborati dal Centro Operativo AIDS (Coa) dell’Iss, che
ha esaminato la tendenza dal 1991, dato di inizio della
sorveglianza, fino al 2018, mostrano, in particolare, 9.094
nuovi casi di infezione causati dal batterio Chlamydia
trachomatis. Ma i casi vedono un boom nel 2018, quando sono
stati 781, con un incremento del 30% rispetto al 2017. Ad esser
maggiormente colpite sono le persone tra i 15 e i 24 anni, “che
mostrano una prevalenza tripla rispetto a quelle di eta’
superiore”. I dati mostrano inoltre l’aumento della gonorrea, i
cui casi di infezione sono raddoppiati negli ultimi tre anni. La
sifilide e’ raddoppiata nel 2018 rispetto al 2000 negli uomini
eterosessuali e nelle donne, mentre nei maschi omosessuali
l’incremento e’ di circa 10 volte. Diminuisce, dopo il picco del
2016, la prevalenza i Hiv. Nonostante cio’ , nel 2018, tra le
persone con una infezione a trasmissione sessuale confermata, la
prevalenza di Hiv e’ stata 50 volte piu’ alta di quella stimata
nella popolazione generale: cio’ conferma, spiega l’Iss,
l’urgenza di testare per l’Hiv coloro che si rivolgono ai centri
per curare una qualsiasi altra infezione sessuale.
A preoccupare gli esperti e’ la marcata diminuzione di
diagnosi andata di pari passo con il lockdown, che contrasta con
il trend di aumento dei casi registrato negli ultimi due anni. A
dimostrarlo e’ uno studio osservazionale, pubblicato su Sexually
Trasmitted Infections e condotto da ricercatori dell’Irccs
Istituto San Gallicano. Nel Centro di Malattie a Trasmissione
Sessuale del San Gallicano, nessun caso di sifilide e’ stato piu’
osservato dopo il 9 marzo. È “probabile che la paura di
infezione da Sars-Cov-2 abbia ridotto i rapporti sessuali
conducendo a un vero e proprio declino delle infezioni ad essi
correlati”, spiegano i ricercatori, ma “non si puo’ escludere che
i pazienti abbiano rinviato le visite a causa dei timori legati
all’accesso in ospedale durante la pandemia”.