Sono tre, padre e due figli, le persone finite nel carcere di Poggioreale a Napoli per l’inchiesta sulla truffa del ‘finto maresciallo dei carabinieri’che prendeva di mira anziani raggirati con il racconto,completamente inventato, di un incidente d’auto in cui era
rimasto coinvolto un nipote o qualche altro parente. Ad
arrestarli sono stati i veri carabinieri di Osimo, che qualche
mese fa hanno fermato i due fratelli campani, rispettivamente di
37 e 33 anni, e a chiusura di un anno di indagini, il loro
padre, 64 anni. Associazione per delinquere finalizzata alla
commissione continuata di estorsione e truffa aggravata i reati
contestati. La truffa cominciava con una telefonata a qualche
ignara donna anziana: “buongiorno, sono il maresciallo dei
carabinieri, suo nipote ha avuto un incidente e servirebbe una
somma di denaro per risarcire i danni. Passera’ un nostro
incaricato”. La vittima non esitava a pagare e poco dopo passava
qualcuno a ritirare somme di denaro o, in mancanza di contanti,
gioielli o oggetti preziosi. Qualcuno pero’ non e’ caduto nella
trappola: in particolare due signore di Loreto, una di Sirolo,
una di Numana, che hanno immediatamente chiamato il 112. I
militari hanno intercettato i due fratelli a Loreto, mescolati
tra i pellegrini della Santa Casa. Le indagini hanno permesso di
collegarli, insieme al padre, a 70 colpi messi a segno in sei
regioni: Marche, Abruzzo, Molise, Toscana, Umbria, Lazio,
Liguria. L’ammontare del profitto ammonta a oltre 300 mila euro
tra denaro e monili.