“In queste ultime settimane, la vicenda drammatica della peste suina sta preoccupando le
istituzioni” e “finalmente ci si rende conto della necessita’ e
dell’urgenza di rimettere mano alla normativa sulla salute negli
allevamenti e sulla salute degli animali nel complesso”. Ma una
riforma non si puo’ fare se “manca l’esercito” che dovrebbe
occuparsene. Lo ha spiegato Aldo Grasselli, segretario nazionale
del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Sivemp), in
audizione davanti alle Commissioni Affari sociali e Agricoltura
della Camera.
“Abbiamo necessita’ – ha spiegato – di mettere a punto
strategie efficaci anche perche’ questo ci viene richiesto dagli
delle filiere produttive di questo paese”. E, quando si parla di
efficientamento di un sistema, “di fronte alla necessita’ di
migliori performance, c’e’ la necessita’ di risorse adeguate. Ma
noi abbiamo segnalato al Governo che, nei servizi veterinari
pubblici, in questo momento c’e’ gia’ una carenza del 17% di
personale e avremo una carenza del 30% con i pensionamenti che
si verificheranno nei prossimi cinque anni. Questo – ha aggiunto
– da’ l’idea di come un’autorita’ competente che voglia avere una
catena di comando debba fare i conti su un esercito adeguato
dispiegato sul territorio”.
La sorveglianza del territorio “va da quella di animali
selvatici, rilevanti per il trasferimento di patogeni negli
allevamenti, a quella degli animali esotici, che possono
generare uno spillover di cui non possiamo sapere nulla se non
facendo una fortissima sorveglianza sull’import-export”. In
particolare questi ultimi, “stanno quasi diventando animali di
compagnia. Cosa che – ha concluso – sta diventando problematica
perche’ l’esotico non e’ l’equivalente di un cane o un gatto”.