Grazie all’idea di tre amici, funziona l’esperimento del ritorno alla natura con la coltivazioni di prodotti bio, allevamento a terra e serate country. Il progetto permette di riappropriarsi di una sana crescita individuale e collettiva

Metti tre amici, 15mila metri quadrati di fertilissimo terreno e la voglia di fare qualcosa di buono per sé e per gli altri. E’ questo il caposaldo alla base della nascita dell’Ecovillaggio, un ottimo esperimento di solidarietà sociale all’insegna fa 1del biologico, che caldeggia il ritorno alla terra ed alla coltivazioni di prodotti autoctoni e di antichi semi come il pomodoro “cannellino” flegreo.
L’Ecovillaggio nasce dall’impegno dell’Associazione Meridionalisti Democratici, guidata da un medico, Nicola Olivieri, e si trova a Varcaturo, in una traversa della trafficatissima via Domitiana a qualche centinaio di metri dalla chiesetta di Lago Patria. Nel fondo agricolo di 15mila metri quadrati non vi sono tracce di metalli pesanti, pesticidi e rifiuti tossici così come certificato dal Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, che ha effettuato le analisi. I risultati delle campionature sono visibili a tutti e vengono mostrati con orgoglio all’ingresso della struttura.
“Niente cromo esavalente, non vi è inquinamento della falda acquifera. Questa terra è ottima, lo dicono le certificazioni, ma anche la qualità dei prodotti che coltiviamo”, dice Marco Fantasia, fisioterapista. Insieme a sua moglie, Sabrina Creuso, proprietaria del fondo, Marco crede fortemente che l’Ecovillaggio possa essere davvero un’iniziativa, per riscattare la “Terra dei Fuochi” da tutto il malessere biologico e sociale, che si è accumulato, per anni, all’ombra dell’eco-camorra. E’, infatti, sotto questa bandiera, che lo scorso 4 luglio, è stato inaugurato con un evento “Territori e Legalità. La sostenibilità dell’Ecovillaggio”, che ha visto la partecipazione del sostituto Procuratore Antimafia D.D.A. di Napoli, Catello Maresca.
fa 2Persone non esperte si sono scorciate le maniche ed in meno di un anno di studi e di duro lavoro, sono riusciti a trasformare un fondo incolto in una realtà alla quale fanno riferimento tante persone. Traspare la passione più che la fatica ed il piacere di coniugare il lavoro nei campi, ma anche la gioia di condividere una realtà country dove trascorrere insieme qualche ora molto alla buona anche mangiando e bevendo qualcosa insieme seduti su vere “eco-balle” di fieno e non altre tristemente note in questo territorio.
Ed è una ricetta che a quanto funziona bene, perché c’è davvero desiderio di ritornare a cose concrete. Lo dimostrano gli “ortisti”, i 24 affidatari di appezzamenti di 50mq di terreno destinati ad orti sociali, dove vengono coltivati ortaggi e verdura di stagione. Il fitto di 10 euro al mese assicura oltre che il fondo, anche l’approvvigionamento idrico per far crescere pomodori, zucchine, melenzane, bietola o altro alla cui coltivazione si dedicano intere famiglie, adulti, anziani e bambini in un ritorno alla terra, che insegna ritmi antichi di cura, attesa, rispetto ed equilibrio.
In questa piccola succursale di paradiso, oltre ai prodotti dell’orto concimati solo con stallatico recuperato da aziende fa 3agricole vicine, trovi anatre e galline “felici” libere di scorrazzare e becchettare la terra, una colonia di api di 500mila unità, che producono dell’ottimo miele millefiori, piante officinali, piccoli alberelli da frutto, una serra semenzaio ed un laghetto naturale tipico delle zone paludose.
Per permette a chiunque di acquistare al simbolico costo di 1 euro al chilo i prodotti coltivati nell’ecovillaggio, l’associazione AMD ha dato vita ad una rete, Gruppo d’Acquisto Solidale. Il sabato pomeriggio tutti possono vendere od acquistare direttamente sul posto perché, in definitiva, l’Ecovillaggio rimette al centro la persona, le sue capacità, la sua voglia di ritornare alle origini in armonia con madre natura. La centralità del singolo, però, trova la massima espressione nella condivisione e nella collaborazione, che permette di riappropriarsi di una sana crescita individuale e collettiva.

Angela Fabozzi
Giornalista, esperta di Comunicazione