La scelta di utilizzare il robot e’ stata determinante”. Cosi’ il professor Paolo Gontero, direttore dell’Urologia Universitaria dell’ospedale Molinette della Citta’ della Salute di Torino, che ha eseguito per la prima volta l’espianto di salute-11un rene ectopico pelvico con un robot, il Da Vinci. Un organo con diverse criticita’, come spiegano il professor Gontero, il professor Luigi Biancone, direttore della Nefrologia universitaria e il dottor Maurizio Merlo, direttore Chirurgia Vascolare ospedaliera che si e’ occupato del successivo impianto del rene. “Anomalo nella posizione, sopra l’utero – spiegano – e nell’organizzazione dei vasi sanguigni, avendo tre arterie invece di una, attaccate a tre vasi sanguigni diversi”. Una situazione complessa a fronte di un organo pero’ sano e funzionante, cosi’ come l’altro rene, che ha spinto l’equipe delle Molinette a valutare l’ipotesi trapianto. Da qui la scelta del robot che, ribadisce il professor Gontero, “e’ stato fondamentale perche’, nell’ottica di riutilizzare il rene, occorreva asportarlo senza danneggiarlo in alcun modo. E il robot garantiva una maggiore accuratezza e delicatezza”. Un vantaggio duplice, conclude Gontero, “in primis per la paziente, a cui e’ stato garantito un intervento ottimale con una rapida ripresa post operatorio e un basso rischio di sanguinamento, e per il massimo rispetto per l’organo che abbiamo deciso che poteva essere riutilizzato”