Soccavo, 88enne spara ai 2 figli disabil e chiama la polizia: un morto e un ferita La telefonata è arrivata alle 5,20 del mattino. «Venite, ho sparato ai miei figli » , ha detto un uomo con la voce incrinata dall’emozione. A smistare la chiamata in questura erano stati gli addetti del 118, i primi a essere avvisati della tragedia della disperazione consumata in un dignitoso appartamento di via Garzilli, una traversa di via Epomeo, nel cuore del quartiere Soccavo. Qui Giuseppe P – , 88 anni, lavoratore portuale in pensione, ha ucciso il secondogenito, di 47 anni, affetto da una grave forma di disabilita e per questo riconosciuto invalido al cento per cento, ferendo il primogenito, di 51 anni, a sua volta vittima di una forma di handicap, sia pure più lieve rispetto a quella del fratello, tanto che non gli aveva impedito in questi anni di svolgere anche piccoli lavoretti. Il cinquantunenne è stato raggiunto al braccio ed è ora ricoverato al Cardarelli, dove non è ritenuto in pericolo di vita . E piantonato in ospedale in stato di choc invece Giuseppe, che ora è accusato di omicidio, tentato omicidio e detenzione di arma. L’uomo ha utilizzato una pistola 357 Magnun con ma tricola abrasa, detenuta illegalmente. Le indagini sono condotte dagli agenti del commissariato San Paolo e coordinate dal pm Sergio Raimondi. Sin dalle prime verifiche, gli inquirenti hanno colto il senso del dramma in cui è maturato il delitto. Giuseppe e la moglie, che ha 77 anni, hanno speso una vita intera ad accudire i figli, affrontando quotidianamente le enonni difficoltà legate alte loro patologie e acuite dagli ostacoli della burocrazia. Una ricostruzione confermata dai vicini di casa che hanno visto la coppia investire tutte le energie, personali ed economiche, per non far mancare nulla ai due ragazzi diventati adulti ormai da un pezzo ma da sempre bisognosi di tutela e attenzione costanti. Negli ultimi tempi, forse anche a causa dei contraccolpi della pandemia da Covid-19, il disagio di Giuseppe era aumentato e con esso soprattutto l’angoscia per il futuro, nella consapevolezza che, con l’avanzare dell’età, sarebbe stato per lui e la moglie sempre più complicato prendersi cura dei figli, per giunta in assenza di altri familiari o congiunti in grado di affiancarli. Così, all’alba di ¡eri, Giuseppe si è alzato dal letto facendo attenzione a non svegliare la moglie. Ha impugnato l’arma, è entrato in punta di piedi nella camera attigua a quella matrimoniale. E mentre i figli dormivano, ha sparato. Una, due. Quattro volte. Poi si è acca- L’uomo dopo il fatto è stato colto da malore In casa con lui la moglie 77enne SÌ indaga sull’arma utilizzata, di provenienza illecita sciato su una sedia. Ha riposto la pistola e alzato il telefono. Quando ha chiamato il 118, Giuseppe pensava di averli ucciso entrambi. La centrale operativa ha inviato subito un’ambulanza in via Garzitli e, contemporaneamente, ha avvisato la polizia. Il centralinista del 113 ha trattenuto al telefono l’uomo nell’attesa che arrivassero i medici e gli agenti, allo scopo di evitare che potesse compiere altri gesti inconsulti. Medici e poliziotti sono sopraggiunti poco dopo. I primi hanno constatato la morte del 47enne e hanno condotto in ospedale il fratello. I secondi hanno raccolto la disperazione di Giuseppe, che poco dopo è stato colto da malore, cosi come la moglie. Il pm Raimondi ha disposto il piantonamento in ospedale dell’anziano anche in considerazione del fatto che, per sparare, aveva utilizzato una pistola di provenienza illecita. Questo rimane l’unico punto della vicenda ancora da accertare.