Parla di Neuroerotismo, inteso come il piano nobile dell’erotismo, la nuova collezione Marni disegnata da Francesco Risso, che punta – spiega il creativo – a mappare nuovi percorsi sensoriali, “come se mettessimo una X su un ginocchio anziché su un capezzolo”, ma che è anche “un allegro esercizio contro la censura”. Non a caso la sfilata è ispirata a una escape room dove le modelle sono le vigilanti del gioco. La mappatura dei nuovi punti del piacere è affidata al colore e alla costruzione dei capi, che sono sfaldati, scomposti e ricostruiti, come l’uniforme e il suit, accoppiati a sete iperfemminili. Il tutto seguendo il ritmo della giornata, con le uniformi da lavoro che si evolvono in abiti da cocktail per poi diventare languidi capi da sera e seguendo il movimento delle pieghe, da interpretare come sipari che si aprono e si attorcigliano sugli abiti e sulle gonne, tenute insieme da anelli feticcio con maxi diamante, punti luce che percorrono la collezione. Appartengono a questa “società nervosa che vorrebbe una donna meccanica”, poi, i capi e accessori saldati da borchie e da spille ingigantite che bloccano i tessuti e definiscono la silhouette. Sorprendenti le stampe, che da vicino appaiono come griglie geometriche che mixano colori saturi, mentre da lontano svelano pixelati motivi femminili: volti di donna, pois, bouquet fioriti, in un invito a cambiare prospettiva e punto di vista che riassume perfettamente lo spirito della sfilata.