Incastro di emozioni, intreccio di ricordi. Rivive non solo per una sera il glorioso passato, che si attualizza e spalanca le porte al futuro. Nel segno della napoletanità e di un judo veloce e inimitabile. Si è festeggiato al Kodokan la consegna del 9° Dan al Maestro Nicola Tempesta nel giorno del suo 83esimo compleanno. “Il riconoscimento del grado è forse dovuto in qualche modo ma la vicinanza degli amici che arrivano da tutta Italia è qualcosa che va molto oltre: ti permette di capire quanto hai fatto”. Un bagno di folla per il pioniere del judo italiano, classe 1935, che ha dettato legge sui tatami del mondo, impartendo lezione di stile, umiltà e di vita. “Traguardo che mi onora e che difficilmente si riceve”. Vispo, sorridente, dalla risposta sempre pronta, gli applausi e gli abbracci sono stati tutti per Tempesta, che sul palco siede al centro tra l’onorevole e bronzo olimpico a Montreal ‘76 Felice Mariani e l’oro a cinque cerchi di Sydney 2000 Pino Maddaloni. “E’ un mito: grande uomo, grande carisma, dalle immense qualità tecniche. Tempesta ha incarnato un judo eccezionale, educativo, formativo”, ha dichiarato il già Direttore Tecnico della Nazionale italiana, che ha salutato l’iniziativa voluta dal maestro Giuseppe Marmo di fondamentale importanza per aiutare i giovani a non disperdere la memoria di un così ricco patrimonio sportivo. Napoli si riconferma indiscussa capitale del judo. “Prendevo tre pullman per andare in palestra. Me lo ricordavo quando stavo perdendo e mancavano 40 secondi: mi dava forza. Possiamo fare di più, avvicinare i giovani e parlare di judo come formazione. Rispetto, sacrificio, valori si apprendono praticando tale disciplina. Essere napoletano è una marcia in più”, ha affermato l’allenatore delle giovanili delle Fiamme Oro partito da Scampia e arrivato sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi australiane. Forte soddisfazione espressa dal presidente della Fijlkam Domenico Falcone per la serata celebrativa nella particolare quanto suggestiva location dell’Albergo dei poveri. “Giornata storica in un posto carico di umanità e luogo ideale per esaltare e omaggiare i campioni. Consegniamo la massima onorificenza: Nicola Tempesta è ancora un bambino, che ama il judo da pazzi”. Tanti aneddoti in particolare il legame con il professore Sergio Fati e la sua esperienza all’ENAOLI, durante la quale educò al judo un gruppo di orfani scatenati, divenuti poi a loro volta Maestri. “Ce l’ho fatta grazie a Tempesta: sono stato più volte campione d’Italia. Faccio per gli altri sull’esempio di Fati e Tempesta, che si prodigarono per me: offro la possibilità di praticare sport a quanti non dispongono dei mezzi economici. La priorità è la salute. Se poi nascono campioni, ancora meglio”. Premiati per la passione dimostrata e il judo praticato il dottore Ciro Mauro, Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia all’Ospedale Cardarelli, l’oncologo Roberto Fiorentino del Cardarelli e il fisioterapista Marco Pisani. Presenti il Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Giuseppe Borrelli, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, Aldo Policastro, il maestro di strada ed ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Marco Rossi Doria, il maestro Bruno Carmeni con Tempesta ai Giochi olimpici nel Sol Levante nel 1964, Luigi Nasti, vicepresidente della Fijlkam, l’assessore allo sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, il Campione del Mondo Cadetti Giovanni Esposito, Domenico Di guida vice campione del mondo juniores, Campione d’Europa juniores e più volte campione italiano assoluto, Giovanni Di Cristo, numerose volte campione italiano assoluto e campione d’Europa under 23, il maestro Alfredo Apicella, delegato CONI in Brasile. Ben oltre 300 i presenti all’evento condotto da Gianluca Punzo della Società Italiana Storia dello Sport con Giuseppe Tribuzio, docente dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. E chissà che il judo non diventi una nuova materia tra i banchi di scuola. Questa la vera sfida da giocare, come ha auspicato il dirigente scolastico Mena Nocera. Battute finali: si alza, si inchina davanti al folto pubblico ringrazia. Tempesta Sensei Arigato.