Palloncini bianchi e rosa, due cuori enormi all’ingresso della chiesa. Centinaia di persone davanti la parrocchia di San Valentino che hanno aspettato in silenzio l’arrivo dei feretri di Alessia e Martina le bambine di 7 e 13 anni uccise dalla furia omicida del padre, Luigi Capasso. Il Comune di Cisterna ha proclamato il lutto cittadino, negozi chiusi in una citta’ che dal centro si e’ spostata nel quartiere popolare a due passi da dove abitavano le bambine e dalla scuola che frequentavano. Oggi lo stabilimento Findus dove lavora Antonietta Gargiulo, moglie di Capasso ancora ricoverata al San Camillo che proprio ieri ha saputo della morte delle figlie, ha deciso di sospendere la produzione per consentire ai colleghi della donna di dare l’ultimo saluto alle piccole.
Ad accogliere le vittime della furia omicida del padre Luigi Capasso migliaia di persone, il comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri e i vertici regionali e provinciali dell’Arma. Oltre alle autorita’ provinciali tra cui il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio e il questore di Latina Carmine Belfiore sono presenti numerosi sindaci in rappresentanza delle comunita’ del territorio. Moltissimi i bambini, tra cui i compagni di scuola di Alessia e Martina, che tenevano tra le mani palloncini bianchi e rossi e un lungo applauso all’arrivo dei carri funebri ha salutato le bambine. “Due bambine da me conosciute ed amate, Alessia il prossimo 6 maggio avrebbe dovuto fare la cresima e Martina a settembre avrebbe dovuto iniziare il catechismo. Ora tutto e’ finito ma e’ davvero cosi’? Sono circa cinquanta anni che sono sacerdote ed ho celebrato tanti funerali di persone morte per qualsiasi causa, qualcuno potrebbe pensare che ormai sono abituato ai funerali e alla morte ma no, non sono abituato. Quando vedo una bara bianca un senso di ribellione mi assale e tanti perche’ affollano la mia testa e’ so che questo succede anche a voi. Sappiamo che umanamente non esistono risposte, parliamo di tante ragioni ma restiamo sempre insoddisfatti. La risposta c’e’ e la troviamo in questo luogo, la chiesa “. Cosi’ durante l’omelia Don Livio Fabiano parroco del quartiere San Valentino che ha celebrato le esequie di Alessia e Martina a Cisterna di Latina.
“Avremmo potuto celebrare le esequie altrove in uno spazio piu’ capiente – ha aggiunto il sacerdote – ma abbiamo scelto di farlo in chiesa perche’ questo e’ un luogo familiare per Alessia e Martina, qui hanno pregato insieme a noi e cominciato a muovere i primi passi sulla strada della fede e’ percio’ in questo luogo che possiamo trovare la risposta che cerchiamo ed e’ la fede. Da questo evento dobbiamo ricevere un significato di vita per dare un significato a cio’ che stiamo vivendo in questo momento”.
Antonietta Gargiulo non ricordava nulla di quella mattina a Cisterna Di Latina. Ieri, nel suo letto d’ospedale, la donna ha appreso della morte delle figlie, Alessia e Martina, uccise dal marito Luigi Capasso, che poi si è suicidato. La donna è stata informata della tragedia da un team di psicologi, con l’aiuto di un familiare e di anestesista. Antonietta si trova ricoverata in terapia intensiva all’ospedale San Camillo di Roma, dove era arrivata il 28 febbraio scorso dopo essere stata ferita a colpi di arma da fuoco dal marito. Con la mandibola bloccata a causa dell’intervento subito, Antonietta non può parlare. Può esprimersi solo tramite mimica facciale. Ieri la vittima ha preso coscienza della tragedia e ora sta elaborando quanto accaduto, seguita da un team specializzato di psicologi. Prima che Antonietta possa riprendersi, ha detto il legale della donna all’AdnKronos, “ci vorrà molto, molto tempo”. “Ora – ha aggiunto l’avvocato – bisogna solo aspettare, dovrà fare un bruttissimo viaggio dentro se stessa, un viaggio lungo che dobbiamo rispettare”.