Con mascherine Ffp2 e uso contingentato delle seggiovie gli impianti di sci potrebbero
aprire tra poco piu’ di due settimane. Le Regioni rilanciano la
loro controfferta al Governo sulla ripartenza in sicurezza dal
prossimo 15 febbraio, presentando delle nuove linee guida. Le
proposte recepiscono di fatto le ultime osservazioni fornite il
15 gennaio scorso dal Comitato Tecnico Scientifico, che a breve
sara’ chiamato a dare il suo parere sull’ultimo documento dei
governatori.
A confermare l’unita’ di intenti e’ anche il ministro per le
Autonomie, Francesco Boccia, il quale dopo la riunione con le
Regioni spiega che l’obiettivo e’ quello di “provare a costruire
un percorso condiviso che consenta la riapertura con la massima
sicurezza entro il termine del Dpcm in vigore”. Il presidente
della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, spegne invece
gli entusiasmi dei colleghi e resta cauto in attesa di un
provvedimento nazionale e del calo sui numeri dei contagi.
Restano chiusi – secondo il protocollo presentato in queste
ore – gli impianti delle Regioni in zona rossa mentre ci sarebbe
un’apertura contingentata al 50% per gli sciatori amatoriali in
tutte le tipologie di impianto delle Regioni in zona arancione e
e con l’utiizzo obbligatorio delle mascherine Ffp2 o superiori.
In zona gialla, nel caso delle seggiovie, potrebbe essere
prevista una portata massima al 100% della capienza del veicolo
con uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche
eventualmente inserendola nella fascia scalda collo. La portata
sarebbe ridotta al 50% se le seggiovie venissero utilizzate con
la chiusura delle cupole paravento. Per le cabinovie e le
funivie, riduzione al 50% della capienza massima del veicolo ed
uso obbligatorio di mascherina chirurgica. Rispetto al
precedente documento e’ stata aggiunta la previsione di un tetto
massimo di skypass giornalieri vendibili, considerando anche gli
abbonamenti settimanali e stagionali, con l’obiettivo di
limitare il numero massimo di presenze giornaliere sui campi da
sci. Allo stesso modo sarebbe promosso l’acquisto online dei
biglietti, per evitare code e assembramenti. Ovunque andrebbe
assicurato il distanziamento interpersonale di un metro, che
sarebbe applicato anche a nuclei familiari, conviventi e
congiunti, ad eccezione dei bambini al di sotto di 1,25 metri di
altezza e di particolari necessita’ . A garantire l’organizzazione
e la gestione dei flussi e l’applicazione delle misure
dovrebbero essere i gestori degli impianti di risalita mentre la
tutela dell’ordine pubblico e la vigilanza sul rispetto delle
misure sara’ garantita dalle autorita’ di Pubblica Sicurezza in
raccordo con gli Enti locali. E per la gestione dei flussi nei
comprensori sciistici di maggiori dimensioni che si estendono
oltre i confini regionali, e’ previsto uno stretto coordinamento
delle misure di prevenzione fra le Regioni confinanti.
“Ora auspichiamo una rapida validazione da parte del Governo
perche’ l’ultimo Dpcm prevede la riapertura degli impianti il
prossimo 15 febbraio e occorre dare ai gestori il tempo
necessario per organizzarsi a fronte di una stagione purtroppo
gia’ compromessa”, commenta il governatore ligure e
vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti.
Stessi auspici dal’assessore lombardo con delega alla Montagna,
Massimo Sertori. Ma a frenarli e’ il presidente
dell’Emilia-Romagna e della stessa Conferenza, Stefano
Bonaccini: “per quanto riguarda il tema, serve che cambi il
provvedimento nazionale, perche’ ci sono i protocolli, ne sono
stati anche stilati di nuovi, ma al momento non potra’ aprire
nessun impianto. Se la curva scendera’ , spero si possa vedere al
piu’ presto qualche novita’ “, dice.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, intanto
chiede gi da subito al Governo l’emanazione di una specifica Faq
“per chiarire la possibilita’ che i maestri di sci utilizzino gli
impianti di risalita e i comprensori sciistici per allenarsi”.