Campania con dieci giorni di anticipo rispetto al previsto. Un momento che, per i rappresentanti della categoria del commercio salernitano, potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno, ma che non avrà, di certo, la forza per risollevare il settore dopo l’emergenza sanitaria. A pagare il prezzo più alto della crisi, secondo l’osservatorio di Con f esercenti Campania, è il settore moda che perde, nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, circa cinque miliardi di euro in regione e 1,5 miliardi nel Salernitano. L’avvio Per il presidente di Confesercenti provinciale di Salerno, Raffaele Esposito, l’anticipazione delle vendite di fine stagione «è l’ennesimo tentativo istituzionale lodevole di far ripartire i consumi». Ma, non basterà. Perché «il livello di potenziale povertà delle nostre imprese – osserva continua a crescere. I consumi ripartiranno quando ci sarà la vera fiducia che è necessaria, in questo momento, a supporto di imprese e famiglie». Perciò, guarda con speranza all’accordo europeo e alle misure della Regione perché arrivi «la liquidità giusta alle micro-imprese». «Se c’è moneta in tasca, riprende l’economia», sottolinea. Intanto, i saldi rappresentano «un’occasione importante per i consumatori che, tuttavia, devono poter avere delle aspettative in un momento di forti problematiche, sanitarie ed economiche. Vanno bene, ma potranno fare ben poco per risollevare il settore». II responsabile commercio e servizi della Claai Salerno, Sabatino Senatore, invece, parla di un avvio «non buono» m quanto «l’allarmismo per nuovi possibili focolai sta dando preoccupazioni». Così, mentre «si sta riprendendo un po’ il turismo, il commercio resta a terra», dice evidenziando che «abbiamo bisogno di regole certe e di cambiare». E lancia la sua idea: «È inutile aprire alle cinque del pomeriggio, si potrebbe stare aperti dalle 18 alle 22 ad esempio, per cambiare un po’ la mentalità sia da parte dell’Amministrazione che ci deve stare vicina, sia da parte di noi commercianti perché è assurdo, oggi, osservare orari legati a vent’anni fa. Ci dobbiamo mettere al passo». «La città è cambiata – constata – Salerno diventa sempre di più luogo di transizione tra la costiera cilentana e quella amalfitana. Invece, dobbiamo cercare di essere polo attrattivo». Quanto ai saldi, Senatore ribadisce che «era necessario avviarli nei primi giorni di luglio. Farli partire ad agosto, come si era pensato, o il 21 luglio, com’è avvenuto, ha fatto perdere un’occasione di rilancio». Per lui, la priorità è «riformare tutto il commercio. Questo è il momento giusto, altrimenti, dopo agosto, tanti di noi non ce la faranno a riaprire». Anticipare la partenza dei saldi era stata richiesta, ad inizio luglio, da Confcommercio Campania. Quindi, «l’accogliamo con soddisfazione, fiduciosi che i saldi possano rappresentare psicologicamente una spinta per i consumi con conseguente boccata di ossigeno per le attività commerciali, certamente tra le categorie più colpite dall’emergenza», commenta il presidente di Confcommercio Salerno, Giuseppe Cagliano. «Il commercio – analizza – mostra una ripresa più lenta, aggravata dal rinvio degli eventi e dall’assenza di stranieri che, in una destinazione a forte vocazione turistica come la nostra, danno un grosso impulso alle vendite. In chiave prospettica, non vediamo grandi segnali di miglioramento