Registrare il ‘tremore’ sismico generato dalle fumarole dei Campi Flegrei, grazie a stazioni sismiche posizionate nelle vicinanze, potrebbe migliorare la sorveglianza continua del supervulcano. Lo indica uno studio pubblicato sulla rivista Geology della Geological Society of America da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), universita’ Palermo, universita’ francese Savoie Mont Blanc, Istituto Vulcanologico delle Canarie. ”Normalmente si evita di ubicare stazioni sismiche permanenti in prossimita’ di fumarole perche’ il ‘tremore’ generato dalle emissioni rende difficile il riconoscimento dei terremoti”, spiega il primo autore Giovanni Chiodini, dell’Ingv.
”Nonostante cio’ – ha aggiunto – a seguito di evidenti aumenti nell’attivita’ idrotermale, nel 2010 fu installato un sismometro nelle adiacenze della fumarola principale di Pisciarelli, ai Campi Flegrei”. I dati registrati dalla stazione sismica sono stati analizzati e confrontati con le analisi delle emissioni di gas della Solfatara di Pozzuoli. L’approccio, aggiunge Chiodini, ”ha evidenziato come il tremore fumarolico di Pisciarelli sia notevolmente aumentato dal 2010 al 2017, correlandosi con le pressioni e le temperature del sistema idrotermale che alimenta l’emissione, indipendentemente stimate sulla base della composizione delle fumarole della Solfatara”. Lo studio, quindi, conclude Chiodini, ”da una parte conferma l’attuale periodo d’aumento dell’emissione di fluidi vulcanici ai Campi Flegrei (processo gia’ conosciuto alla comunita’ scientifica), dall’altra indica come stazioni sismiche, posizionate nei pressi delle fumarole, possano dare un segnale importante per monitorare in tempo reale il vulcano”. La ricerca, rileva l’Ingv, ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile e si ricorda che dal dicembre 2012 il Dipartimento della Protezione Civile ha elevato da verde a giallo (attenzione) il livello di allerta dei