Antonio Martone Piazza Castello, viale Rettori, via Perasso e vico Trescene possono essere chiamati anche «Street food» di Benevento, anzi in questo caso si può parlare di un nuovo rione, quello della gastronomia e del bere. Quattro strade comunicanti tra loro, per un’area di poco meno di cinquecento metri che sono la gioia dei golosi e degli amanti del buon vino. Tutto all’insegna della gastronomia. Bar-gelateria, yogurteria, kebaberia, toasteria, pub, pizzerie, vinerie e ristoranti. C’è di tutto, quasi uno accanto all’altro. E nonostante l’inflazione di esercizi, tra qualche settimana nella zona apriranno i battenti altre cinque nuove attività (pub e vinerie). Una inedita tendenza commerciale-imprenditoriale che cerca di rispecchiare le nuove richieste della clientela del «popolo della notte» e non. A fronte di aperture continue e costanti, quasi accavallate tra loro, di esercizi dediti alla ristorazione, c’è, però, dall’altra parte il numero crescente di chiusure di attività commerciali di altri settori merceologici come abbigliamento, merceria, calzature e così via. I Locali nel District food del capoluogo attualmente sono già oltre quaranta gli esercizi che somministrano alcool, birre e stuzzichini vari. In particolare le vinerie sono prevalenti nella zona piazza Piano di Corte: ben quindici nello spazio di centocinquanta metri di vicoletti. Queste puntualmente nei weekend o d’estate sono letteralmente prese d’assalto per il classico «cicchetto» (bicchieri piccoli di plastica contenenti Strega o Sambuca che sono i liquori più gettonati o miscele), cocktail alcolici o birra. È la nuova moda, spesso non condivisibile, degli adolescenti ma non solo. «Si radunano in gruppi assortiti per discutere di tutto – dice Francesco lannace, operatore della zona – dal web alla scuola, dal calcio ai vestiti e bevono, disdegnando prodotti gastronomici. Comunque, e mi preme sottolinearlo, il loro comportamento è sempre tranquillo a dispetto di facili speculazioni e luoghi comuni. Non c’è una movida violenta, gli episodi negativi sono casuali». Nelle altre strade la clientela, invece, è più adulta, e nel caso di via Perasso si parla di famiglie oppure di bambinialle«primeuscite» che acquistano il pezzo di pizza o il gelato. Impressionante, comunque nelle sere dei weekend il concentramento che avviene in questo perimetro dove vengono soddisfatti tutti i tipi di palato. Indubbiamente c’è un’inflazione di queste attività, tra l’altro, operanti a strettissima distanza tra di loro ma non m concorrenza. Nell’ultimo anno la nascita nel capoluogo di società di persona o di capitale, aventi per oggetto la somministrazione di alimenti o bevande, costituisce un piccolo rimedio al perenne problema occupazionale per numerosi giovani sempre alla disperata ricerca di posti di lavoro. «A beneficiare oltre ai titolari delle attività – dice Vittorio Russo, amministratore di Young Pizza- è anche l’indotto, perché nei vari esercizi vi trovano lavoro gli aiutanti o camerieri e inoltre acquistiamo i prodotti presso grossisti della nostra provincia. Si tratta, dunque, di una economia che resta nel Sannio». La moda dell’apertura di negozi di gastronomia o abbeveraggio si sta diffondendo rapidamente anche in altre zone e in particolare al corso Garibaldi ed al rione Ferrovia. Da queste parti, però, gli addetti ai lavori chiedono a voce alta una regolamentazione, anche perché l’utenza è invariata ed evitare in futuro di assistere al fenomeno delle «chiusure» a tappeto.