Oggi, 22 ottobre, ricorre la Giornata europea della sordocecita’ , un’occasione per riaccendere
l’attenzione su questa disabilita’ specifica e complessa che
colpisce circa 2,5 milioni di persone in Europa (0,8 milioni
sotto i 65 anni) e 189 mila in Italia, e che purtroppo non e’
ancora riconosciuta in tutti gli Stati membri.
Questo mancato riconoscimento da parte dei governi ha
contribuito, nei fatti – sottolinea la Lega del Filo D’oro – a
una persistente invisibilita’ statistica che finora ha rallentato
il processo di analisi e di comparazione dei bisogni specifici
delle persone sordocieche, delle barriere e delle disuguaglianze
che sono costrette ad affrontare.
“Le persone sordocieche, che hanno vissuto un doppio isolamento
nel corso della pandemia, chiedono un futuro senza barriere,
accessibile in egual misura in tutta Europa, in cui il pieno
riconoscimento dei propri diritti venga attuato garantendo
un’inclusione reale, ma con la crisi che sta sconvolgendo
l’Europa hanno paura di essere lasciate nuovamente sole.
Rispetto ai paesi piu’ virtuosi, l’Italia si trova ancora
indietro perche’ attribuisce una concezione strettamente
sanitaria alla disabilita’ , rendendo centrale la minorazione”,
afferma la Lega del Filo d’Oro che lavora da sempre guardando
alla disabilita’ come al rapporto che la persona con minorazione
ha con l’ambiente nel quale vive, dunque considerando la persona
nella sua globalita’ e non per la sua disabilita’ . Un approccio
consolidato in oltre 50 anni di confronto internazionale, che ha
permesso all’Ente di riconoscere il valore cruciale del modello
di intervento educativo-riabilitativo.