Il primo Natale nell’epoca del Covid iniziera’ in un certo senso il 3 dicembre, quando scadra’ l’ultimo
Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) e saranno fissate le
nuove disposizioni anti-virus valide anche per il periodo delle
feste. Ministri ed esperti ripetono il mantra del “Natale
responsabile e rigoroso” e il ruolo decisivo dei dati
dell’epidemia nelle prossime settimane per le decisioni
politiche. Ma l’importanza della condivisione familiare in un
Paese come l’Italia e il peso degli interessi economici e
commerciali in giorni propizi al consumo come quelli a cavallo
del 25 dicembre potrebbero spingere a qualche allentamento, se i
numeri dell’epidemia saranno incoraggianti.
Lo shopping per gli acquisti di Natale sara’ sicuramente
contingentato come sta gia’ avvenendo in questi giorni
specialmente in alcune grandi citta’ e nel weekend, anche nelle
zone gialle a rischio moderato. Per il cenone in casa ci saranno
raccomandazioni e non divieti virtualmente inapplicabili:
plausibile che non si possa essere piu’ di sei a tavola, quindi
solo conviventi e parenti stretti. Ma potrebbe essere portato a
sei anche il numero di commensali nei ristoranti delle zone
gialle, secondo quanto trapela.
Quanto agli spostamenti, interdetti nelle zone rosse e
limitati in quelle arancioni, anche tra regioni sara’ sempre
consentito il ritorno alla residenza o al domicilio, ma non si
prevede un esodo dal nord al sud paragonabile a quello di marzo
scorso prima del lockdown Italia. Cio’ anche grazie al massiccio
impiego di smart working e lezioni universitarie a distanza
introdotto nel frattempo,
Infine il coprifuoco fissato alle 22 in tutta Italia, che
potrebbe essere spostato alle 23 o a mezzanotte la sera del 24
dicembre e magari un po’ piu’ in avanti a Capodanno per poter
brindare in compagnia anche alla prospettiva di un vaccino che
nel 2021 liberi dall’incubo.
La speranza di alcuni presidenti di Regione e’ di vedere il
territorio che governano di nuovo promosso da rosso ad arancione
o da arancione a giallo. E’ il caso del toscano Eugenio Giani,
che da oggi fronteggia il livello di massima allerta e che spera
di tornare in zona arancione a meta’ dicembre, anche se il
sindaco di Firenze Dario Nardella, come Giani del Pd, vede
difficile un ritorno a misure meno stringenti per Natale.
Uno degli spauracchi e’ l’Rt, l’indice di contagiosita’ , che va
riportato al livello piu’ rassicurante inferiore a 1 (e’ a 1,4
nell’ultimo rilevamento nazionale), come ha ricordato il
presidente del Consiglio superiore di Sanita’ Franco Locatelli.
“Se ci riusciremo nei prossimi 10 giorni e se vedremo calare la
presenza di malati nelle corsie di ospedale e l’affollamento nei
pronto soccorso, chiedero’ al governo di farci uscire dalla zona
arancione”, dice il presidente della Liguria Giovanni Toti.

Per l’Emilia Romagna, passata da gialla ad arancione, si
spende la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, esponente
dem come il presidente della Regione Stefano Bonaccini. “Ha
tutte le carte in regola per tornare gialla”, dice, per poi pero’
ammonire rivolta all’intera Italia: “Natale e Capodanno non puo’
essere un liberi tutti o ci ritroviamo la terza ondata”. E tra
gli esperti restano sempre numerose le voci a invocare un
lockdown proprio nelle feste di Natale, invece di un
allentamento.