Un taglio del 25% dello stipendio per tutta la squadra, ma punte del 50% per Allan e altri giocatori considerati dal club i “capi” della rivolta. C’è questa richiesta nelle raccomandate, inviate ieri anche via pec, del Calcio Napoli che va ufficialmente all’attacco dei suoi calciatori dopo il no al ritiro imposto dal presidente, Aurelio De Laurentiis. Una notizia che era nell’aria e che, si apprende oltre la cortina di silenzio ufficiale del club azzurro, si dovrebbe concretizzare con la ricezione delle lettere a poche ore dalla partita di Champions League contro il Liverpool. I due piani, ormai, sono completamente scollegati. Il Napoli ha deciso di separare le vicende sportive da quelle contrattuali: i tifosi giudicheranno le prestazioni in campo di Insigne e compagni, il collegio arbitrale del tribunale deciderà in merito alle sanzioni. il calciatore nominerà un proprio arbitro, il club un altro e i due dovranno accordarsi per eleggere il presidente del collegio; ciascun calciatore avrà un proprio procedimento arbitrale. La multa più salata è stata chiesta ad Allan che oltre alla ribellione paga anche l’accusa di aver tentato di aggredire il vicepresidente azzurro Edoardo De Laurentiis negli spogliatoi dopo il match con il Salisburgo. Oltre alle multe richieste per il mancato rispetto dell’ordine di andare in ritiro, il Napoli infliggerà anche multe individuali per una lesione dei diritti d’immagine: ogni calciatore quando firma con il club azzurro raggiunge anche un accordo per la cessione dei propri diritti d’immagine che, a parere del Napoli, è stata lesa dall’atteggiamento poco professionale della ribellione. In questo caso le multe saranno individuali e parametrate al contratto che è diverso per ognuno. Linea durissima, dunque, del presidente De Laurentiis, in un club in cui continua il gelo tra lo spogliatoio e la dirigenza, che aspetta ora risultati sul campo, e testimoniato anche dal fatto che il presidente non sarà in Inghilterra per il match di Champions. In questo clima il Napoli parte per Liverpool dove mercoledì sera affronta i campioni d’Europa. Ancelotti sa che anche il suo futuro personale è legato ai risultati delle prossime partite e già il pari e la prestazione di San Siro è considerata negativamente dal club. Su questo, ma anche sul clima con cui lo spogliatoio sta vivendo il particolarissimo momento, il tecnico sarà chiamato a parlare domani pomeriggio a Liverpool, nella conferenza stampa prepartita che interromperà il silenzio stampa cominciato proprio nella notte dell’insubordinazione dopo il pari con il Salisburgo. Quella sera Ancelotti andò via senza parlare. Parlò, prima di sapere della rivolta, Insigne, che rimane a Napoli a causa della contusione al gomito subita a Milano. L’attacco sarà da inventare, la forza di reazione del gruppo da dimostrare in campo. I duemila tifosi azzurri a Liverpool aspettano risposte da Anfield, poi arriveranno le sentenze del tribunale.