L’unica parola italiana mai tradotta in nessun’altra lingua: Giappone, Canada o Arabia Saudita, queste cinque lettere hanno portato ovunque nel mondo un’identità così precisa da non avere bisogno di mediazioni. Un prodotto che da otto anni è diventato anche ambasciatore della promozione turistica di Napoli grazie a una delle feste popolari più grandi in Europa: il Napoli Pizza Village. Ospitato nella suggestiva cornice del Lungomare Caracciolo, il villaggio aprirà le porte ai visitatori dal 13 al 22 settembre per promuovere la creatività dei pizzaiuoli napoletani. Quarantacinque pizzerie per 50 forni – di cui uno dedicato esclusivamente ai celiaci – su una superficie di 30 mila metri quadrati, pari a quattro stadi San Paolo. «Siamo in crescita clamorosa – spiega Alessandro Marinacci, che organizza l’evento con Claudio Sebillo – il numero delle presenze è aumentato dai 60 mila visitatori del fino a più di un milione nel 2018: quest’anno puntiamo a confermare Io strepitoso risultato della scorsa edizione», all’inter no di una kermesse di degustazioni, concerti, conferenze e la finale del campionato mondia le della pizza, il Trofeo Caputo, «un evento nell’evento che per tutti, addetti ai lavori e non, sarà come sempre indimenticabile».il dna della manifestazione, riassunto nel riconoscimento dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano a patrimonio Unesco nel 2017, è rimasto integro in un menu che si baserà sulle due pizze della tradizione, margherita e marinara. Si è deciso però di non arrestare l’ondata di innovazione portata da una nuova generazione di pizzaioli, che troverà spazio in altre due proposte: un’elaborazione della pizza con il prosciutto cotto e una pizza specialità, il biglietto da visita di ciascuna pizzeria. Dopo il riconoscimento nel 2018 come miglior Food Festival al mondo, la IX edizione del Napoli Pizza Village punterà forte sulle sperimentazioni e le innovazioni. Nell’area della Pizza d’Essai si confronteranno pizzaioli e chef stellati