Il primo obiettivo stagionale è stato centrato: la qualificazione agli ottavi di Champions regala un sorriso al Napoli dopo le tante delusioni in campionato. Il sigillo è arrivato grazie alla vittoria con il Braga, firmata dal neo Pallone d’Oro africano Osimhen. C’era anche da spazzare via il tabù del Maradona e, dopo 76 giorni senza vittorie in casa, al fianco del Napoli sono rimasti solo i fedelissimi: niente sold out e meno di 40 mila spettatori. Ma lo stadio meno pieno ha paradossalmente diminuito la pressione sugli azzurri, che hanno comunque cominciato la sfida contro il Braga assai contratti e hanno impiegato un po’ a scrollarsi di dosso i fantasmi degli ultimi tre ko di fila. I portoghesi hanno confermato in fretta la loro
pessima abitudine di farsi gol da soli e dopo l’autorete decisiva di Diakhate nell’andata è arrivata quella di Serdar (9’), che ha spedito alle spalle del suo portiere un cross di Politano. La qualificazione dei campioni d’Italia era già abbastanza al sicuro e il sollecito vantaggio l’ha nella sostanza blindata, anche se Meret ci ha messo del suo evitando guai su Horta. L’episodio ha però suggerito alla squadra di Mazzarri di andare a caccia del bis: prima fallito
da Zielinski e poi firmato a ridosso della mezz’ora con un tacco
di Osimhen, che ha festeggiato così il Pallone d’Oro africano appena
ricevuto in Marocco e il ritorno al gol a distanza di 65 giorni, sbloccandosi
in Champions. Era quello di cui il Napoli aveva
bisogno, per arrivare in relax all’intervallo
e concedersi così il lusso
di una ripresa di gestione, in vista
dell’anticipo di sabato con il
Cagliari. Mazzarri ha infatti risparmiato
un po’ di minuti ai suoi big
e ha chiesto agli azzurri di guardarsi
soprattutto le spalle: per
concludere finalmente una gara
senza subire gol, evento che non
si verificava da 38 giorni, agevolato
anche dal palo nel finale di Horta.
Al Maradona è stata la notte
dei tabù sfatati, al di là del liberatorio
passaggio agli ottavi.