Il Consigliere comunale di Prima Napoli Vincenzo Moretto ha presentato all’Amministrazione comunale un Q.T. In merito alle condizioni di degrado della Villa Comunale. “Il degrado della Villa Comunale di Napoli, paradossalmente, è iniziato proprio con l’intervenbto di riqualificazione voluto dall’ex Sindaco di Napoli Antonio Bassolino e con l’affidamento del reystiling all’Atelier dell’Architetto Mendini. Un intervento che non tenne assolutamente rispetto per la storia e lo stile del luogo e dell’architettura intorno ad esso. Le storiche recinzioni e l’impianto di illuminazione, furono sostituiti con elementi architettonici innovativi, ultramoderni, senza alcuna relazione con quello che era lo stile Liberty della Villa; la pavimentazione fu rifatta con un impasto tufaceo che si sbriciolava con la pioggia, mentre nei periodi secchi in presenza di vento provocava il sollevarsi di enormi nuvole di polvere. Il colpo di grazia alla struttura, è stato dato poi dai lavori della Linea 6 della Metropolitana, che hanno dissestato ancor più la pavimentazione, fatto affiorare acqua salata verso la superfice che ha provocato la moria di numerosi alberi; ed un degrado generale delle vari estrutture presenti, fontane e statue vandalizzate. Insomma la Villa Comunale di Napoli è divenuta solo un ricordo sfumato del luogo prestigioso che era e ciò che rappresentava per la città.
Quasi a gridare vendetta, nei pressi di Viale Dhorn, alcune delle storiche basi di ghisa che costituivano l’illuminazione pubblica della Villa Comunale, oramai cimeli storici e di pregio, giacciono abbandonati al degrado ed all’incuria, insieme ad una parte dei cestini portarifiuti sempre in ghisa ed in stile. Pertanto Moretto ha chiesto all’Amministrazione di fare chiarezza sull’immagine futura che si intende dare alla Villa Comunale di Napoli e se essa è destinata a divenire di nuovo quell’immagine che tanta ammirazione ha destato negli ambienti artistici. E’ mai stato preso in considerazione, chiede l’esponenete politico, di pavimentare la Villa Comunale usando il basolato o i cubetti di porfido che a migliaia vengono sotituiti in città sostituti dal catrame e la cui futura destinazione resta un mistero? Certamente tale pavimentazione, destinata ad un traffico solo pedonale, avrebbe una resistenza ed una durata nel tempo illimitata e certamente più funzionale di un inconsistente rivestimento di impasto tufaceo. Per quanto attiene le ottocentesche basi in ghisa, costituenti la vecchia illuminazione della Villa, ed abbandonate in Viale Dhorn, Moretto chiede di sapere l’utilizzo che si vuole fare ed il numero complessiveo di esse, tolte dalla Villa nel 2012, in quanto rappresentano certamente solo una parte delle basi dei lampioni che furono eliminati e la cui destinazione ancora oggi non è stata dichiarata nè dalla precedente Amministrazione e nè dalla attuale. Come non è dato sapere, la destinazione e l’utilizzo dei basoli vesuviani oramai tendenzialmente sostituiti dall’asfalto. Infine Moretto chiede nel contempo di sapere cosa ne è stato fatto della vecchia recinzione, se è ancora custodita in qualche deposito comunale o se è stata ricollocata altrove. Oramai purtoppo quello che fu uno dei parchi, orgoglio della città, non c’è quasi più, ma quel poco che resta, in manzanza di scelte di riqualificazione scellerate, può e deve essere preservato.