Nella prima edizione 2019, rispondendo al nuovo record di export in valore fatto segnare dalle calzature Made in Italy nell’anno appena concluso, Micam, il Salone Internazionale della calzatura chiuso oggi alla Fiera di Milano ha fatto registrare oltre 43.000 visitatori, in linea appunto con la scorsa edizione di febbraio 2018. Arte, creatività, giovani, innovazione e sempre più glamour hanno accompagnato la presentazione delle collezioni Autunno/Inverno nei padiglioni della rassegna del settore più importante al mondo. “Se però contiamo il singolo ingresso, registriamo un aumento complessivo del 2,5%, che comprende l’incremento della presenza degli italiani e compensa il calo dei visitatori esteri”, ha commentato Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici. “Questo dato ci offre due spunti di riflessione: cambia la dinamica di visita del buyer, che ha sempre meno tempo a
disposizione, e funziona la promozione di Micam sul territorio
nazionale”.
Tra i dati dei buyer esteri spiccano gli exploit del numero
di quelli provenienti dagli Stati Unti (+35%) e dal Canada
(+38%) che mostrano un’attenzione sempre più alta nei confronti
della produzione europea, e in particolare del Made in Italy.
Gli storici mercati europei come Russia, Francia e Germania,
registrano invece cali a doppia cifra con l’unica eccezione
della Spagna che si conferma primo paese di riferimento e che
registra un incremento dei visitatori del 10%.
“Chiudiamo l’87esima edizione di Micam con la consapevolezza
di aver trasformato la nostra manifestazione anche in un
incubatore di stili e tendenze, sempre in linea con le richieste
del mercato – ha sottolineato la presidente Pilotti – Non solo
piattaforma di business irrinunciabile per le aziende, ma anche
un aggregatore di trend e nuovi consumi. Oggi all’interno ella
Rassegna trova spazio il meglio dell’offerta calzaturiera
mondiale grazie alla presenza di prestigiosi produttori
provenienti dai cinque continenti: mille sfaccettature
dell’eleganza e della qualità a disposizione anche di quei
buyer internazionali che prediligono un prodotto di tendenza, ma
di fascia media”.