Per prendere l’uomo da un miliardo di euro, che ha lasciato esangui le casse del Barcellona, serve
un piano speciale. E il PSG, proprieta’ degli emiri del Qatar ma
pur sempre alle prese con la crisi generale del calcio in tempi
di pandemia, ha una strategia segreta per affiancare Messi a
Neymar. ‘France Football’ ne ipotizza il contenuto con l’aiuto
di un economista specializzato nel mondo dello sport. Ma spiega
che la societa’ sta valutando attentamente i pro e i contro
dell’eventuale operazione.
Ad illustrare il ‘piano segreto’ per far vestire a Leo Messi, a
34 anni, la maglia del PSG – France Foot non rinuncia neppure
alla suggestione di farla vestire in copertina alla Pulce grazie
a un fotomontaggio – e’ stato chiamato Pierre Rondeau, consulente
del gruppo L’Equipe-France Football, economista dello sport e
specialista di finanze del calcio. E’ lui a parlare di
un’operazione che ricorderebbe quella che porto’ un’altra star
del pianeta calcio, David Beckham, a indossare per 5 mesi, nel
2013, la maglia del PSG.
Tutto questo, spiega ‘France Football’, ammesso che la societa’
sia convinta di sacrificare un’altra delle due star
dell’attacco, non potendo pagare contemporaneamente i tre
stipendi stellari di Mbappe’ , Neymar e Messi. Il piu’ indicato a
partire sarebbe il primo, con il brasiliano ormai vicino al
rinnovo e molto legato a Messi. I primi due ad abbracciarlo
sarebbero pero’ gli amici Mauricio Pochettino, nuovo allenatore
del PSG argentino come Leo, e soprattutto Angel Di Maria, pronto
a prolungare di un anno se arrivasse il numero 10 del
Barcellona. La moglie gli avrebbe detto: “se arriva Leo a
Parigi, tu rimani anche se ti offrono solo di cuocere l’asado
(arrosto tipico argentino, ndr)”.
Il piano finanziario prevede: risparmio di 23 milioni di
stipendio con la cessione di Mbappe’ , quindi accordo come per
Beckham, che accetto’ di non prendere uno stipendio ma il
“pacchetto” della sua venuta fu coperto da una catena di
fondazioni. Le quali hanno consentito qualche anno dopo alla
proprieta’ qatariota del PSG di investire massicciamente nella
squadra dell’inglese, l’Inter di Miami. Il piano B, prevederebbe
invece uno stipendio minimo di 3.500 euro al mese a Messi, e un
compenso reale assicurato da qualche marchio dell’emirato
attraverso una costruzione finanziaria internazionale.
Oppure? “Oppure – spiega l’economista Rondeau – si fa come fa
Uber: Messi diventa indipendente e viene pagato da un’impresa
qatariota”.