Calano i tamponi e calano di conseguenza i nuovi positivi in Campania: ieri su 16.178 test sono risultati infetti in 3.019 (415 sintomatici); 19 i deceduti, 1.788 i nuovi guariti. Sono saliti a 201 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 9 ßç più rispetto a lunedì. I posti di terapia intensiva disponibili per pazienti Covid e non Covid su base regionale sono 656; quelli di degenza occupati sono 2.236 (più 46) su 3.160 dedicati ai pazienti Covid tra pubblico e privato.  Comune di Napoli ieri ha diffuso i dati relativi alla città: dal primo agosto al 15 novembre c’è stato un incremento cumulativo pari a circa 22.268 casi. La curva ha seguito un andamento esponenziale con il picco il 6 novembre. Dal 9 al 15 novembre c’è stata una leggera cessione della curva. Ad agosto l’età media dei contagiati a Napoli era di 32 anni. A ottobre c’è stato un aumento dei contagi tra 6 e 18 anni a causa probabilmente delle attività scolastiche. A novembre l’età media è salita a arca 45 anni, ma stanno crescendo le classi di età 61-75 anni e over 75. Sul fronte scuola, il presidente della regione Vincenzo De Luca ha disposto il ritorno alla didattica in presenza dal 24 novembre ma solo per la scuola dell’infànzia e per le prime classi delle elementari, previo però test antigenico (gratuito) per il personale, gli alunni e i familiari. All’Ospedale del Mare di Napoli è stato aperto il punto per effettuare lo screening. Una buona notizia che però va a sovraccaricare una struttura m sofferenza. I sindacati hanno chiesto un incontro in prefettura con il direttore generale dell’Asl Napoli 1 lamentando gravissime carenze nelle forniture e nell’organizzazione del lavoro all’ospedale di Ponticelli: «Un’ingiustificata assenza di programmazione ha generato uno scenario drammatico m cui è impossibile non temere per la propria incolumità» scrive la Fp Cgil. La Fp aggiunge: «L’incapacità di prevedere e applicare percorsi differenziati ha mandato in tilt l’emergenza, saturando e snaturando ambienti previsti per assistere secondo i criteri di gravita. Ormai i locali del pronto soccorso dell’Ospedale del Mare brulicano di pazienti accalcati, con postazioni di fortuna nelle sale dei codici giallo e rosso, pregiudicando l’efficacia degli interventi d’urgenza con il rischio di ritardi o errata diagnosi, La promiscuità tra soggetti Covid positivi e negativi è fonte di contagi incontrollati». Rosario Cerullo, coordinatore metropolitano della Cgil partenopea, spiega: «L’AsI ha riconvertito il San Giovanni Bosco in presidio Covid, vorremmo sapere il cittadino con altre patologie dove andrà a curarsi? Vogliamo la certezza che, finita l’emergenza, tomi alle sue funzioni invece di fare la fine dell’Ascalesi, Incurabili e San Gennaro. Inoltre, non è possibile sottrarre la strutture della Doganella alla rete di cure ordinarie senza rafforzare il Pellegrini e il San Paolo», All’Ospedale del Mare si contano il 25% degli infermieri contagiati e una ventina di medici, «II materiale che ci danno è centellinato raccontano -. Se chiedi 200 mascherine tè ne danno 100 così la devi tenere per 12 ore quando tutti sanno che dura 4, 6 ore, A causa dei troppi contagi, capita che i colleghi della mattina in Pronto soccorso debbano poi rimanere il pomeriggio. Nel week end le nie aumentano perché la medicina territoriale latita e il Pronto soccorso si ingolfa: 50, 60 persone dove dovrebbero essercene massimo 30. In area gialla sospetti e malati Covid conclamati aspettano insieme, separati da un paravento». AI Cardarelli obitorio esaurito, le saune stazionano nei corridoi, E poi ci sono le iniziative sul territorio. Nel rione Sanità di Napoli i cittadini possono donare un «tampone sospeso» oppure effettuare l’esame a un prezzo calmierato (18 euro), i test si svolgono nella basilica di Capodimonte grazie alla collaborazione tra l’associazione Sanità Diritti in Salute, Fondazione San Gennaro