Se dopo il 21 giugno non avremo nessuna risposta, passeremo alla disobbedicnza civile, apriremo comunque tutte le attività», avverte Maurizio Pasca, Presidente del Silb-Filpe, (Sindacato italiano locali da ballo). «Mi devono spiegare perché in un centro commerciale sì e in discoteca no, forse ci sono dei pregiudizi?», si chiede Pasca ai microfoni di Cusano Italia Tv. Inoltre, il sindacato lamenta che non c’è stata nessuna risposta dal Cts sul protocollo anti-Covid: nessuno si è espresso nel merito sull’autorizzazione ai due test nelle discoteche di Milano e Gallipoli», Ma è l’incertezza l’incognita che pesa di più sull’intero settore: «Sono passati oltre 15 giorni da quando abbiamo scritto una lettera al Comitato tecnico scientifico per chiedere un incontro urgente, al fine di approfondire le linee di indirizzo che si intendono adottare per il settore. Ad oggi non abbiamo ricevuto risposta, E mentre gli altri comparti sanno tornando, lentamente, alla normalità le discoteche sono le uniche che non possono riprendere appieno l’attività», attacca Filippo Grassi, membro della giunta nazionale Fiepet Confesercenti, con delega all’intrattenimento. Pr Grassi quella in atto è «una vera caccia alle streghe e la cosa più grave è clic non abbiamo indicazioni su una possibile ripresa di quello che i nostri locali fanno, ossia offi-ire spazi per ballare». Secondo proprietari e gestori dei locali da ballo, infatti, riaprire a metà, solo per consumazioni al tavolo senza poter ballare, «non ha senso e noi abbiamo assoluto bisogno di tempi e stabiliti». Anche perché riaprire no è un’operazione facile; molti spazi necessitano di ristrutturazioni, si devono ordinare i prodotti e occorre organizzare il lavoro con i dipendenti. «È impossibile farlo in pochi giorni ñ non possiamo farci trovare impreparati – aggiunge Grassi – perche, dopo tanti mesi di chiusura, anche solo un giorno è fondamentale». «Noi abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo