Tutti a letto, che la Fashion Week è finita. Uno si è appena alzato dal suo, corre alla prima sfilata della quinta (e sostanzialmente ultima) giornata di Milano Moda Donna, e quel che si ritrova di fronte è una parata di letti, singoli, doppi e king size, tutti ben rifatti. Sogno o son desto? Il divertente seating è quello ideato per la sfilata di Marni, brand di culto da un paio di anni creativamente nelle mani di Francesco Risso. L’interpretazione della collezione, volendo fare affidamento alle note diramate alla stampa, non è delle più facili.
Citiamo: «Ricetta da materasso. Preparato a più mani di origini ignote. Forse di oggi, magari di domani. Tonico e corroborante. Favorito dagli dei dell’Olimpo Geneticamente Modificato».
Per capirci qualcosa servirebbe il Bartezzaghi in persona. Ma se ci basassimo, semplicemente, sulle nostre impressioni diremmo di trovarci di fronte a una collezione sperimentale, di ricerca, articolata, nel puro stile del giovane direttore creativo. Una prova d’artista, nella quale la tela del pittore e il marmo e il gesso dello scultore convivono, in una rielaborazione dei canoni classici dell’abbigliamento davvero intrigante. I capi si compongono per accumulo di pezzi e di parti, in un’estetica del non finito che non finisce, appunto, di piacerci.