Dopo la raccomandazione di somministrare il vaccino antiCovid di AstraZeneca solo alle
persone con piu’ di 60 anni, ora la Commissione vaccinale
permanente tedesca (Stiko) starebbe valutando di consigliare
agli under60, che abbiano gia’ ricevuto la prima dose di
AstraZeneca, di farsi inoculare per la seconda dose un vaccino
diverso a mRna (cioe’ quelli di Pfizer e Moderna). E’ quanto si
legge in una “bozza di decisione” presentata ieri sera
dall’autorita’ vaccinale tedesca.
Intanto, oggi anche l’Olanda ha deciso di sospendere
temporaneamente la vaccinazione delle persone di eta’ inferiore
ai 60 anni con il vaccino AstraZeneca. La misura e’ stata
adottata per precauzione, dopo che sono stati registrati alcuni
casi di effetti collaterali, con trombosi estesa in combinazione
con un basso numero di piastrine dopo la vaccinazione. L’effetto
indesiderato si e’ verificato da 7 a 10 giorni dopo
l’immunizzazione in donne di eta’ compresa tra 25 e 65 anni. Cio’
ha spinto il ministero della Salute a decidere per la
sospensione.
Quanto alla nuova raccomandazione della Germania di dare il
farmaco di AstraZeneca solo agli over60 (accompagnata da quella
di poterlo somministrare a pazienti piu’ giovani ma a
discrezione del loro medico), questa era stata data il 30 marzo
sulla base dei dati attualmente disponibili sul verificarsi di
effetti collaterali tromboembolici rari ma molto gravi. Ieri e’
emersa questa nuova bozza che verra’ valutata nei prossimi
giorni. “Discutero’ della procedura esatta mercoledi’ con i
ministri della Salute dei Laender”, ha scritto su Twitter il
ministro tedesco della Salute, Jens Spahn, dopo il parere della
Stiko. “La raccomandazione complementare della Stiko sulla
seconda inoculazione del vaccino fa chiarezza per i 2,2 milioni
di cittadini sotto i 60 anni che hanno ricevuto una prima dose
di AstraZeneca”, ha aggiunto.
Un’ipotesi, quella del mix di vaccini, che non viene
bocciata dagli esperti, ma che anzi, trova possibilisti anche
gli immunologi italiani. Secondo Sergio Abrignani, immunologo e
membro del Cts (Comitato tecnico scientifico), “e’ una cosa che
ha senso, perche’ immunologicamente puo’ funzionare. Da immunologo
– continua – sono certo che usare dopo la prima dose con
AstraZeneca uno degli altri due vaccini a Rna approvati in
Europa per la seconda dose funzionera’ , perche’ immunizzano tutti,
inducendo una forte risposte immunitaria
contro la proteina Spike”. Tuttavia, “le regole europee
impongono che prima di iniettare qualsiasi cosa nell’uomo si
debba fare uno studio clinico controllato – prosegue Abrignani –
e io non so se se i tedeschi ne abbiano fatto uno, perche’ al
momento non ci sono dati pubblicati in tal senso”.
Possibilista anche l’immunologo Giuseppe Remuzzi, direttore
dell’Istituto Mario Negri di Milano, secondo cui l’idea tedesca
“non e’ irragionevole” e lo dimostrerebbe il fatto “che nel Regno
Unito, gia’ da qualche mese e’ stato avviato uno studio su 800
volontari approvato dal comitato etico e dalle autorita’
sanitarie britanniche, che sta studiando proprio questo”,
continua. “Stanno cioe’ confrontando gruppi – prosegue Remuzzi –
dove ad alcuni viene data la prima dose di vaccino AstraZeneca e
la seconda di Pfizer, un altro a cui danno la prima con mezza
dose di AstraZeneca e la seconda intera e un altro ancora in cui
si danno due mezze dosi”. Essendo iniziato da qualche mese,
secondo Remuzzi “i risultati dovrebbero arrivare nel giro di
pochi mesi. Si tratta di una questione di un certo interesse,
perche’ i vaccini ad Rna inducono una risposta anticorpale
diversa da quella dei vaccini a vettore virale, e potrebbe
quindi anche emergere che i due tipi di vaccino hanno un’azione
complementare. Puo’ darsi che magari anche in Germania decidano
di procedere in tal senso all’interno di una sperimentazione”.