A Cura di Valentina Busiello: Eccellenza Internazionale, L’Onorevole Domenico Rossi Sottosegretaria di Stato alla Difesa. Eccellenza , il Generale Domenico Rossi di corpo d’armata dell’Esercito Italiano e già Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, è stato anche Deputato della XVII Legislatura e Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa nel Governo Renzi e nel Governo Gentiloni. Laureato in scienze strategiche, con diploma di Laurea in Scienze Politiche. Ha iniziato la sua carriera presso l’Accademia Militare di Modena con il 151° Corso nel periodo 1969-1971, frequenta quindi quale Sottotenente di fanteria, la Scuola di Applicazione di Torino, al termine della quale è stato nominato Tenente nel 1973. Presta servizio al XXII Battaglione Carri “Serenissima”, a San Vito al Tagliamento. Dal 1983 a 1984 è stato Ufficiale addetto presso l’Ufficio Informatica dello Stato maggiore dell’Esercito, e fino al 1990 all’Ufficio Ordinamento e all’Ufficio Reclutamento, è stato Comandante del Battaglione Corazzato M. O. Butera presso L’Aquila, è stato Comandante del Reggimento Corazzato di Teulada, Capo Ufficio Reclutamento, Stato ed Avanzamento dello Stato maggiore dell’Esercito, Capo Ufficio Reclutamento, Stato ed Avanzamento dello Stato maggiore della difesa. Membro del Comitato NATO per l’ingresso delle donne nelle Forze Armate della NATO e membro del Comitato consultivo del Capo di Stato Maggiore della Difesa per l’ingresso delle donne nelle Forze Armate Italiane. Promosso generale di brigata, dal settembre 2000 al settembre 2001 è stato Comandante della Brigata meccanizzata Granatieri di Sardegna. Presidente del Consiglio Intermedio di Rappresentanza dell’Ispettorato per il Reclutamento e le Forze di Completamento del personale militare, Capo Reparto Affari Giuridici ed Economici del Personale dello Stato Maggiore dell’Esercito. Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza (COCER) dell’Esercito ed Interforze, e Comandante della Regione Militare Centro e del Comando militare della Capitale. Il 1º gennaio 2008 è promosso Generale di corpo d’armata. .Onorevole Domenico Rossi, lei e’ un illustre professionista ed Eccellenza Italiana, nelle Forze Armate della Difesa, ma soprattutto nel contesto politico italiano, ci parla di questa sua brillante ed importante carriera nell’ambito delle forze armate, e nell’ambito politico ? Sono figlio di un Sottufficiale, Maresciallo dell’Esercito, e’ chiaro che l’aria respirata da giovani influenza le scelte, specie nel mio periodo, in cui i giovani si lasciavano consigliare di piu’ sulle scelte del futuro, rispetto ai giorni d’ oggi. Una scelta che mi ha portato nel 1969 a partecipare al concorso per l’Accademia Militare di Modena, un periodo duro, ma sicuramente molto istruttivo, sia per la crescita, il carattere, la personalita’, e sia in prospettiva professionale. L’Accademia militare di Modena, faceva parte della fase iniziale del percorso formativo di un giovane Ufficiale, l’esperienza da giovane, un’esperienza formativa che ti porta al Grado di Tenente, 2 anni intensi di Accademia militare, 2 alla Scuola di Applicazione a Torino, due faccie diverse della medaglia. Nella prima, l’Accademia, basta ricordare la sveglia alle ore 6,15 del mattino, studio, lezioni, con ogni giorno 1 o 2 ore di attivita’ fisica all’interno, per arrivare alle ore 22,15 di sera al contrappello nettamente distrutti! E’ chiaro che uscire da un ambiente, rigido, come quello dell’Accademia militare, faceva si’ che Torino fosse una specie di paradiso, ancorché gli insegnamenti e le lezioni fossero dure anche li’, considerando che all’epoca, noi delle varie armi, fanteria, artiglieria, cavalleria ecc., oltre allo svolgimento di tutte le materie militari, e molta attivita’ fisica, di fatto arrivavamo quasi a completare gli esami del terzo anno di Ingegneria, per cui, indubbiamente, lo studio era molto pesante. Scelgo di andare nei Carristi, mio padre era un Carrista ed aveva combattuto ad el alamein, quindi la tradizione di famiglia era stata rispettata. Vengo mandato ad un Battaglione Carri molto particolare, anzi forse il piu’ particolare d’Italia, perche’ era il Battaglione Carri del Reggimento Lagunari, una specialita’ Carrista all’interno di una specialita’ Lagunari, per cui di quel periodo ricordo due cose bellissime: La prima era il personale, perche’ credo, specie in quell’epoca, che la vicinanza ai soldati di leva fosse una cosa che ci caratterizzava, la priorita’ per i Comandanti, un personale eccezionale, anche perche’ in quel momento, essendo all’interno del Reggimento Lagunari, tutto il personale era Veneto e Friulano. La seconda, finalmente dopo 5 anni di studio, eri arrivato sul Carrarmato e ti sentivi effettivamente realizzato sotto un punto di vista professionale, ma con una specificità: Eri a 70 chilometri dal confine, in un momento in cui era ancora molto sentita la conflittualita’ fra Nato e Patto di Varsavia, e ricordo che il mio Capitano, mi porto’ uno dei primi giorni al confine, dicendo “attaccheranno di la’, dobbiamo schierarci ”, facendomi riconoscere sul terreno le posizioni, per poi lasciarmi dei compiti di ricognizione della zona, e poi ritornare dopo 2 ore, dicendo: “Mi sono dimenticato di dirti una questione, dobbiamo resistere su questa collinetta 36 ore, per aggiungere subito dopo, tempo stimato di sopravvivenza 1 ora e mezzo”. Un’affermazione che ho portato nel ricordo degli anni di carriera, ed il giorno in cui avro’ tempo di scrivere un libro, lo intitolero’ “Tempo Stimato di Sopravvivenza 1 ora e mezza”. Quindi una carriera militare che inizia vicino al confine, nell’ambito di un sistema di contrapposizione, Patto di Varsavia – Nato, e che pur con un Esercito di leva, era finalizzato all’addestramento e a quel qualcosa che tutto sommato, possiamo individuare nel deserto dei Tartari di Buzzati, cioè, nei confronti di un nemico che doveva sempre arrivare, ma che fortunatamente non è arrivato, fino alla disgregazione poi del Patto di Varsavia. Quindi, i miei primi anni sono essenzialmente operativi, divento Comandante di Compagnia, sempre in questo Paesino che si chiamava San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone, ed improvvisamente partecipo ad un concorso militare, che ricercava programmatori per elaboratori elettronici, impegnativo, era diciamo forse non la prima generazione, ma la seconda generazione di informatici, un obiettivo che tutto sommato mi attirava, e cosi’ andai a Milano presso la sede dell’Honeywell a fare il concorso, risultando tra i primi, (la logica matematica o la possiedi o non la puoi inventare), e quindi ando’ bene. In relazione a cio’, venni assegnato al Primo Centro di Calcolo Elettronico dell’Esercito a Roma, programmatore, analista di sistemi, rimango in ambito informatico per qualche anno, prima di affrontare quello che era uno step in parte impositivo da parte dell’Amministrazione, in parte volontario, ma comunque lo snodo essenziale della carriera di qualsiasi Ufficiale, cioè quella che all’epoca si chiamava la Scuola di Guerra. Primo anno alla Scuola di Guerra a Civitavecchia, con un corso formativo che ovviamente ti abilita a certe funzioni superiori, ovvero risultare nello staff dei comandi, oppure delle Unita’ oppure anche degli Stati Maggiori, il risultato ando’ bene, per cui vengo trasferito allo Stato Maggiore dell’Esercito a Roma. Due- tre anni allo Stato Maggiore, affronto il concorso per il secondo anno che era volontario, questo periodo lo supero brillantemente ed era specie questo secondo anno, essenziale per affrontare la carriera dirigenziale. Da quel momento mi occupo per 15-20 anni in attivita’ di comando, nel settore legislativo del personale, e quindi siccome tante volte, uno è fortunato ad essere impiegato in certi periodi di lavoro, che danno dei risultati tangibili, mi ritrovo a lavorare, a portare a termine le maggiori Leggi Italiane sul personale militare, sia dei Sottoufficiali, la Legge Avanzamento degli Ufficiali, la trasformazione dell’Esercito da Leva a Professionale, l’ingresso delle donne nelle Forze Armate, tutte Leggi che ho seguito, sotto un punto di vista dell’iter Legislativo in Parlamento, nonchè tutta l’applicazione, che e’ anche una fase un po’ piu’ difficile, dello scrivere una Legge. All’interno, vado a comandare il Battaglione Corazzato a L’Aquila, anche li’ una bellissima esperienza in un Battaglione molto giovane, caratterizzato, da quelli che noi diciamo “Quadri ” giovani, i quadri sono, Ufficiali, Sottoufficiali, ecc., Ero un Comandante giovane, poiche’ avendo bruciato le tappe, comando il Battaglione a 40 anni, e come tutti i giovani, capaci di ricevere piu’ stimoli degli altri, e’ bastato innanzitutto sempre mettersi un passo avanti e mai indietro, far capire agli uomini che c’era un Comandante che comunque ha sempre detto “Non ha sbagliato lui, ho sbagliato io che sono il Comandante, poi con lui me la vedo io”. Un Battaglione Corazzato Butera, che per motivi di riorganizzazione si scioglie, ma che doveva avere nonostante si sciogliesse motivazione fino all’ultimo momento e debbo dire che la cosa piu’ bella, parlando del 1991, a distanza di 30 anni, è il fatto che ancora mi rivedo periodicamente con gli Ufficiali, Sottoufficiali di questo Battaglione a conferma che quando si crea un ambiente di energia, sinergia nello stesso tempo, i rapporti continuano nel tempo. All’interno sempre di questo periodo, vado a comandare il Reggimento, al Poligono di Capo Teulada della Sardegna, li’ un’esperienza unica, perche’ il Reggimento che governa il Poligono, aveva delle problematiche e delle situazioni assolutamente diverse, da qualsiasi altra unita’. Un esempio: Tutta la conflittualita’ con i rapporti con i pastori che volevano mandare le mandrie nei poligoni, le problematiche con le centinaia di migliaia di persone che l’esercito mandava in addestramento, una grande macchina organizzativa, oltre che parzialmente operativa, con una serie di relazioni difficili, che pero’ hanno dato anche grandi soddisfazioni, ed e’ vero che quando ho lasciato il Reggimento, sono venuti al saluto, tutti i Sindaci da Teulada a Carbonia, a conferma, che se uno dimostra la volonta’ di non essere un corpo estraneo alla societa’, ma di volersi inserire, di voler come credo sia giusto, considerare il mondo militare uno spaccato della societa’, credo che questo venga capito, soprattutto dalle popolazioni esterne, e come tale arrivano i risultati. Il periodo essenzialmente legislativo, comunque all’interno dello Stato Maggiore, possiamo dire che si chiude con il Comando di Brigata nel 2001, che ho svolto al Comando Brigata Granatieri di Sardegna a Roma, e quando parlando con l’allora Capo di Stato Maggiore alla Difesa, che mi aveva designato per questo Comando, era il Generale Cervone, un grande Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gli feci notare la mia limitata altezza, lui mi disse “un Generale non ha l’altezza”, e cosi’ andai a provare questa esperienza, molto bella, soprattutto perche’ i Granatieri sono la specialita’ piu’ antica di tutto l’Esercito, come tradizione, e poi probabilmente perche’ venendo da fuori in un ambiente non conosciuto, credo di essere riuscito ad apportare qualcosa di mio, aver lasciato una traccia In quel momento si trattava di difendere la Brigata Granatieri di Sardegna da una sua possibile chiusura, nell’ambito della ristrutturazione, e siccome ancora oggi la Brigata Granatieri c’è, evidentemente sono riuscito a ribaltare quelle che erano in quel momento certe decisioni, insieme ad altre persone che mi hanno dato fiducia. La Brigata e’ riuscita a dimostrare la sua validita’ operativita’, e come tale ha ricominciato un percorso che oggi conferma in tutti i momenti in cui viene chiamato. C’è una cosa che ho sempre detto, tutti i traguardi che ho raggiunto, li ho raggiunti grazie a due situazioni, quella familiare ( credo che questo valga un po’ per tutti, ma occorre considerare che molte volte il servizio ci chiama fuori di casa, lontano da casa, un esempio: mia moglie medico, non poteva seguirmi in Sardegna, quindi, ci sono situazioni in cui effettivamente la famiglia la devi lasciare, e per questo avere il conforto, il supporto della moglie nel tuo percorso e’ assolutamente significativo), la seconda cosa e’ che, un Comandante non raggiunge mai gli obiettivi da solo, ne deve essere cosciente da quando parte, quindi o crea una situazione di collaborazione e di squadra, oppure gli obiettivi non si possono raggiungere, questo e’ fondamentale. Ho sempre detto nei miei discorsi iniziali, oltre al discorso di squadra e di collaborazione, e’ che odio gli “Yes Men”, sono quelli che ti fanno sbagliare, persone che ti dicono sempre di Si, che stai facendo tutto bene, ecco, questi sono coloro che non aiutano alla decisione. Credo che il punto fondamantale di un Comandante, e’ quello di avere le osservazioni se le chiede, anche negative su quello che e’, e dopodiche’ ha uno spettro su cui poter decidere con maggiore cognizione. Dopo il Comando di Brigata, interviene un altro episodio che ha caratterizzato una bella fetta della mia vita, entro nella Rappresentanza Militare, (si articola in tre livelli distinti: organi di base, i COBAR, costituiti presso le unità a livello di base compatibilmente con la struttura di ogni Forza armata o Corpo armato; i membri dei COBAR venivano eletti da tutti i militari di leva e in servizio permanente effettivo di ogni grado) , e sono il primo anello di quella catena che dai minimi livelli, cioè l’Unita’ dove ci sono i COBAR ( consigli di base di rappresentanza) si articola su 3 livelli, oltre questo, quello intermedio, dove lavora su piu’ Regioni con molte piu’ Unita’ il Consiglio Intermedio di Rappresentanza, e poi alla fine c’è il Co.Ce.R. Consiglio Centrale di Rappresentanza (organo centrale, a carattere nazionale ed interforze, articolato in sezioni di Forza Armata o di Corpo Armato rappresenta unitariamente il personale dell’Esercito Italiano, della Marina Militare, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera). In vari step sono arrivato ad essere il Presidente del Co.Ce.R. Interforze, essendo anche il piu’ anziano, quindi il Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza, di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza, questa carica, che e’ in parte elettiva, in quanto nei vari Consigli ogni volta c’è un elezione per essere eletto a quello superiore. Questa importante esperienza, mi ha insegnato un’altra cosa di carattere fondamentale, se stai in un Consiglio con 60 persone, specie quello Interforze o una ventina della tua Forza Armata, hai 2 possibilita’ per fare il Presidente: La prima e’ quella di accaparrarti il si’ a priori della meta’ piu’ 1, in questa maniera quello che dici viene sempre approvato , o la seconda che e’ quella che ti costa molto di piu’, ma che alla fine credo sia quella piu’ produttiva, che e’ quella di sentire tutti, e cercare di fare in modo che ogni uno si senta coinvolto nella decisione finale, anche se poi ovviamente cerchi di portare il Consiglio, verso la decisione che ritieni migliore per il personale e anche per la Forza Armata nel contempo. E’ stata un’esperienza unica, a contatto con i vertici delle Forze Armate, ovviamente perche’ l’interlocutore era, o il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, o il Capo di Stato Maggiore della Difesa, o il Ministro della Difesa, e quindi in un certo senso anche a contatto con il Parlamento, che ogni tanto ci sentiva e con cui l’interlocuzione ovviamente era sulle problematiche principali che non potevano essere risolte all’interno. Una grandissima esperienza con risultati quelli possibili, e non sempre nemmeno di competenza dei Capi di Stato Maggiore essendo delle richieste di stretta competenza della politica o del Governo. Vado a comandare il Comando Regione Militare Centrale, che inizialmente aveva una competenza su 5 Regioni amministrative, e poi per effetto della ristrutturazione, si e’ ristrutturato in Comando militare della capitale. L’esperienza piu’ significativa e’ l’organizzazione della festa del 2 giugno, se si pensa a tutto il personale militare, che viene dall’esterno, da tutte le Regioni di Roma, si puo’ intuire come serva una organizzazione capillare, necessita anche li’ di un’organizzazione e un addestramento molto particolare se si vogliono rispettare determinate situazioni, in primis, i tempi che sono vincolati anche alle disponibilita’ del Presidente della Repubblica. Pero’ anche li’, un impegno che ti porta ad essere soddisfatto, tenuto conto che ti senti di rappresentare le Forze Armate durante la Festa della Repubblica alla presenza del Presidente della Repubblica. . Onorevole Rossi, ci svela tra le tante bellissime e significative foto che abbiamo visto nel suo ufficio, quale di queste foto e’ uno dei ricordi piu’ belli ? E’ una foto dell’anno 2008-2009, dove il Presidente della Repubblica prima di dare inizio, l’ok, alla sfilata del 2 giugno, che la gente normalmente vede in televisione, passa alle spalle in rassegna a tutte le truppe che sono in posizione per essere rassegnati, fino alle Terme di Caracalla e oltre, e’ ovviamente uno dei ricordi piu’ belli. Onorevole, ci svela un suo Hobby ? L’unico mio hobby, sono Segretario Nazionale dell’Unione Tifosi Romanisti, che e’ uno dei Centri di Coordinamento della Roma, con cui aiuto a coordinare piu’ di un centinaio di Roma Club. Nel 2010 dal Comando Regione Militare Centrale, vengo designato a fare il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, che e’ di fatto un acronimo per dire colui che e’ il Deputy del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ovvero organizza e coordina tutto lo staff di supporto del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Impegni grandissimi, emozioni incredibili, momenti tristi, tipo quelli del momento in cui ricevevi delle telefonate che ti avvisavano che c’era stato un incidente in Afghanistan, o in altri teatri, e chiaramente con una serie di impegni da quelli pragmatici organizzativi del rientro alle salme, al tuo dolore, quando muore un tuo uomo e’ una cosa che va’ oltre, e poi al contatto con le famiglie, che hanno sempre dimostrato una forza d’animo ed uno spirito quasi da incoraggiare loro, noi. Tutte esperienze che mi hanno donato gli stimoli per continuare ad impegnarmi ancora di piu’, tutto cio’ non può essere considerato un lavoro e basta, ma una vocazione, passione, amore, un qualche cosa che devi sentire dentro, che ti fa’ superare i momenti di difficolta’ che ci sono, e ce ne sono tanti, pero’ te li fa’ superare, in virtu’ di qualche cosa che senti dentro, come il senso del dovere e della responsabilita’. Bisogna provarlo, come “ io provo qualche brivido, anche se sono 40 anni che sento l’Inno d’Italia e la bandiera che si innalza”, credo che sia il brivido che quasi tutti gli appartenenti alle Forze Armate sentono, ieri come oggi. Forse la grande differenza fra quel 1974 quando il Comandante ripeteva attaccheranno di la’, ed oggi, sta’ proprio nel rapporto con la societa’ civile, che credo, anche se quella generazione aveva la minaccia della guerra nucleare, non avesse mai avuto la sensazione di una minaccia cosi’ incombente, come era la realta’ delle cose. Non ricordo che, qualcuno mi avesse parlato di una minaccia nucleare in maniera tale a scuola o cose di questo genere, e quindi forse eravamo un po’ piu’ staccati, rispetto alla societa’. Oggi, in cui la minaccia e’ diventata atipica, differente, se e’ vero che uno puo’ essere accoltellato per strada da uno sconosciuto, o uno che ti butta un camion addosso su un vialone per uccidere la gente, e’ chiaro che la partecipazione delle Forze Armate sia alle Missioni all’Estero, sia alla Sicurezza nazionale nei vari punti sensibili ha fatto sviluppare degli altri tipi di relazioni, ma anche un altro tipo di stare in mezzo alla gente, e questo ha difatto, fatto crescere a mio avviso, molto ancora di piu’ l’orgoglio di portare una divisa, un uniforme, e di rappresentare l’Italia, questo credo che sia un punto fondamentale. Onorevole Rossi, tornando sull’argomento della Sicurezza, ai giorni d’oggi, come vede dal suo occhio esperto, questa nostra situazione attuale della sicurezza in Italia ? Ci sono due aspetti, nel primo e’, che nel mondo della globalizzazione nessun Paese puo’ sentirsi sicuro, ma soprattutto nessun Paese puo’ pensare di poter contribuire alla sicurezza da solo, e quindi e’ chiaro che anche la nostra partecipazione a tutte le Missioni di carattere Internazionali, ONU, NATO, EUROPEE ecc, si sposa come un’esigenza di andare a garantire, pace, democrazia e liberta’, in tutti quei Paesi dove per tanti motivi, o perche’ non esiste piu’ proprio l’entita’ statuale che dia sicurezza ecc, contribuisce anche a fare in modo che la minaccia non si avvicini. L’altro punto è la atipicita’ della minaccia che ha fatto si’ che aumentasse anche un esigenza di sicurezza interna. E quindi anche in questo caso, il fatto di portare le Forze Armate anche fuori dalle caserme, a contribuire insieme alle Forze di Polizia alla sicurezza del Paese, ha avuto sicuramente risultati positivi, direi anche maggiori, rispetto a quelli degli altri Paesi, e tenuto conto che ovviamente, la minaccia terroristica, mai dire mai, pero’ fino ad oggi noi dobbiamo constatare che in Italia grossi attentati non ci sono stati e tutto sommato questo si deve dire grazie all’Intelligence alla nostra esperienza che avevamo di controllo del territorio ,probabilmente dipendente anche dalla nostra esperienza, col terrorismo passato, e poi dalla diffusione sul territorio delle Forze. Ovviamente oggi, parlare di Sicurezza e’ molto difficile e molto ampio, perche’ a questo si dovrebbe per esempio, aggiungere tutto un discorso sulla Cyber Security, ma basta pensare a cosa puo’ accadere se qualcuno riuscisse a bloccare la Torre di controllo di Fiumicino, lo snodo ferroviario di Bologna, per capire che cosa un hacker o quali danni si possono produrre. Ed anche in questo caso, come negli altri pero’ vedo che il parziale assente, per molti versi in molte situazioni è un Europa in grado di gestire crisi con una certa autonomia ecc, pero’ insomma, anche qui’ si sta’ muovendo qualche cosa, sia nell’ambito della Cyber, con la Direttiva NIS che tutto sommato ha iniziato ad individuare i requisiti delle Infrastrutture strategiche, che dei singoli Paesi, raccogliere i dati di tutti gli attacchi. Siccome la sicurezza in generale non puo’ essere singola, ma deve essere ovviamente molto vasta e l’Europa in questo sta’ facendo e lo debba fare ancora di piu’. Ultimamente a fine 2019, e’ stato fatto anche un Decreto Legge, dal Governo, per individuare ancora meglio il Perimetro cyber in cui muoversi, rispetto alla nostra poi abbiamo una struttura su tre livelli, che va dalla Presidenza del Consiglio fino ai Centri dei singoli Ministeri. Abbiamo creato anche delle strutture ad hoc in ambito, Stato Maggiore Difesa, quindi, l’evoluzione c’e’, perche’ la minaccia e’ reale. Onorevole Rossi, ci confermiamo come Eccellenza nel Mondo, nel campo Militare ? Assolutamente ci confermiamo come Eccellenza Internazionale, anche perche’ lo abbiamo dimostrato sul campo. Onorevole, di recente e’ stato presente in convegni molto importanti ? Ho realizzato un po’ di convegni sulla situazione Geopolitica, Sicurezza ecc. Probabilmente, andro’ in Lombardia per una conferenza analoga nel mese di marzo. In questo periodo ho realizzato la conferenza a Bari in fine ottobre, quella di Brindisi la settimana scorsa, e una cosa che mi ha colpito e’ che ho dovuto cambiare il 70 per cento del briefing, per l’evoluzione intervenuta nel giro di 4 mesi, sia per effetto della situazione Turco – Curda, e sia per effetto della situazione conflittuale in Libia, fra il Generale Haftar e Al-Sarraj, e poi con la successiva conferenza di Berlino. Seguire l’evoluzione, uno magari non ci pensa che ci sia un’evoluzione cosi’ rapida nel momento in cui sono andato a riguardarmi le slide da proiettare a Brindisi, ho dovuto vedere, a constatare che ha distanza di 4 mesi c’era stata una mezza rivoluzione. E’ chiaro che, la situazione nel Medio Oriente ha una instabilita’ che produce i suoi effetti negativi su tutti i fronti. In Libia sembra che finalmente la conferenza di Berlino abbia avuto dei giudizi positivi e negativi, mi fido un attimino della Cancelliera Merckel, quando dice, forse piu’ che parlare dei risultati pragmatici, abbiamo effettivamente constatato che ci sia lo spirito giusto per procedere, poi ovviamente la situazione Libica e’ talmente complessa, da un Presidente legittimato, dall’ONU, un Generale che di fatto ha la forza alle truppe, una situazione di milizie varie e soprattutto, per l’effetto di fattori esterni che influenzano le scelte dei personaggi maggiori, e’ chiaro che, Turchia da una parte, Russia dall’altra, ognuno che appoggia un contendente, gia’ crea delle situazioni e poi vanno analizzate. Certo che per la Sicurezza Italiana, soprattutto in termini indiretti, cioè nel senso di, gestione, o analisi dei flussi migratori, ecc., e’ chiaro che la situazione della stabilizzazione della Libia rappresenta un punto di carattere assolutamente nevralgico, sarebbe quella che consentirebbe di gestire, sia da un punto di vista umanitario, sia da un punto di vista della gestione, degli autorizzati, o meno, lo snodo centrale e’ la Libia. Quindi veramente, speriamo nella conferenza di Berlino che ha gettato le basi per la ripresa del processo ONU, perche’ di questo, di fatto, si tratta, c’era gia’ un percorso, che e’ quello che serve, è un Governo, unitario, e riconosciuto da tutto il Paese, e’ facile a dirsi, ma non facile a farsi. Onorevole Rossi, ancora un suo progetto per il futuro ? Nel 2013, posso dire la politica mi ha chiamato, e ho tenuto conto che credevo di poter dare qualche altra cosa al mio Paese, con la mia esperienza. Ho accettato l’offerta, e sono entrato in scelta civica, sono stato eletto alla Camera, marzo del 2013, fino a marzo del 2014, sono stato di fatto Onorevole alla Camera dei Deputati, poi dal 2014 Sottosegretario di Stato alla Difesa, che e’ stato un po’ il completamento della mia carriera precedente, cercando per quanto possibile, e all’interno di un percorso che ovviamente non puo’ essere disgiunto dalle decisioni del Ministro di portare a risolvere, situazioni e problemi che vengono dalle Forze Armate. Ho finito la mia carriera politica a giugno del 2018, non mi sono presentato ancora alle elezioni politiche, ne a quelle Europee. Credo che in questo momento, ancora l’ambito politico, non abbia un orizzonte ben chiaro, pero’ credo che con l’inizio del 2020 potrei prendere la decisione di rischierarmi, ripensando ad un avventura che e’ stata intensa, significativa, con molte soddisfazioni di carattere personale. Tra le esperienze piu’ belle nell’ambito di questi 4 anni, e’ stato un po’ il contatto con le Associazioni d’Arma, perche’ ritengo che siano e che vogliano soprattutto, essere e costituire anche una parte integrante e viva della Societa’. E quindi ho cercato di stargli vicino, proprio perche’ sentissero che anche lo Stato, li riconosceva effettivamente quello che fanno, e fanno tanto, sia nel cercare di trasmettere ai giovani i buoni valori, e sia nel sociale. Mi hanno chiesto a Brindisi di inserire nel convegno qualche cosa che esprimesse il pensiero, se i giovani influiscono, o non influiscono sulle scelte strategiche della nazione, debbo dire che sono partito, provocatoriamente da una frase di Esiodo, uno scrittore greco del del 700 A.C., che diceva, se questi sono i giovani, non c’è futuro per il nostro popolo. C’è una responsabilita’ delle vecchie generazioni nella trasmissione di cultura e di esempi, e occorre una maggiore considerazione da parte nostra, ma anche dei giovani verso loro stessi, perche’ essi sono il presente. Ed essendo il presente, dobbiamo lavorare sul presente per avere un futuro migliore per questa societa’.