Dopo una lunga assenza per motivi familiari torna nel paese che ama con una produzione artistica prestigiosa raccontandosi ad un numerosissimo pubblico entusiasta.
Carriera lunghissima iniziata grazie al maestro Vincenzo Acampora che volle presentarlo al grande Sergio Bruni, mai dimenticato dallo stesso Venturini nei suoi racconti di vita ai presenti. Racconta il maestro “Ottenni un’audizione a casa sua. A villa Bruni gli cantai “Maschera”, una canzone scritta da lui e Murolo e ” ‘O locco” di Raffaele Mallozzi, accompagnato al piano dal maestro Gianni Aterrano. Bruni mi prese a ben volere, provai a casa sua per sei mesi di fila. Debuttai con lui al San Ferdinando, quella sera feci l’errore di assecondare il pubblico e di concedere di mia iniziativa un bis proprio con “‘O locco”, Bruni mi fece riprendere per l’accaduto dicendo: “Qui bissa solo Sergio Bruni! Che non accada mai più”. Un’altra sera mi dimenticai di entrare in scena, lui si arrabbiò e mi vietò di esibirmi anche dopo”.
“mi scusai dicendogli che ero rimasto incantato dalla sua interpretazione di “Pullecenella a Napule” e mi ero distratto. I nostri rapporti migliorarono al punto che quando mi fece sentire per la prima volta il brano che aveva preparato per Sanremo, “Il mare”, gli proposi di chiudere con il ritornello di
” ‘O Marinariello” e lui accolse il mio consiglio.
Dopo Bruni ,fu l’amicizia con i Kennedy,che mi permise di debuttare a soli 19 anni all’Academy of Music of Brooklyn, tempio della musica, dove Caruso chiuse nel 1920 la sua carriera. Per me fu un segno del destino”. Anche il buon rapporto di amicizia con Jacqueline, che adorava la mia voce e il mio repertorio Napoletano, mi aveva dato il passe-partout per l’America ed anche per gli agenti dell’Fbi e della Cia che scortavano J.Kennedi durante il suo soggiorno in Italia , portandomi sempre con loro alla spiaggia del Saraceno. Un pomeriggio arrivò lei la bellissima J.Kennedy tutta vestita di bianco, con il panama in testa, un po’ mi ero già innamorato, facendosi però accompagnare, ingelosendomi, dall’ avvocato Agnelli con cui passava molte ore della giornata.
Venturini, nel suo bel racconto, elogia anche Michele Galdieri da cui ,dichiara, aveva ottenuto grande incoraggiamento e fiducia anche perché aveva apprezzato moltissimo le sue interpretazioni personalizzate di suoi brani capolavoro che gli permisero di avere un ottimo contratto al Mercadante dove lo stesso Eduardo De Filippo spesso era presente in prima fila ad ascoltarlo dichiarando una sera : “Stu guaglione tene ‘a lacrema int’ a voce”.
Continuando il suo racconto Venturini, ormai orfano di Galdieri morto nel 1965, ricorda come nuovo maestro Roberto De Simone di cui racconta un aneddoto : “”Roberto lo conobbi negli studi tv della Rai negli anni ’60: gli chiesi di raccontarmi da dove veniva la nostra melodia musicale , De Simone mi insegno l’arte della vera musica. Andavo spesso a casa sua a Cavalleggeri, lui al pianoforte mi faceva studiare le canzoni storiche popolari come “Alla fiera di Mast’André”. In occasione del festival folk mondiale di Salerno, dove venne anche Joan Baez,
De Simone mi scelse per un pezzo del ‘400, “Serenata Amalfitana”, un madrigale, che aveva ritrovato. Lui è sempre stato un grande ricercatore, mi ha formato, io gli raccontavo le tammorre della festa popolare di Pagani, la Madonna della Gallina. De Simone per me è un genio, non ha avuto il giusto riconoscimento dei suoi meriti. Dovrebbe vivere nel San Carlo: dovrebbero dargli un appartamento nel teatro, farlo stare notte e giorno là a collaborare sempre con la direzione artistica”.
Un pensiero và all’anno 1991 quando ha cantato , in occasione dei 100 anni dall’esibizione del grandissimo Caruso presso la Cassa Armonica nella Villa Comunale di Napoli, racconta: “Era un bel periodo, la canzone napoletana aveva ritrovato spazio, fu un’emozione enorme esibirmi in quel luogo caro a Caruso. In quell’occasione si prospetto la mia cittadinanza onoraria dagli assessori Antonio Cigliano e Francesco Venanzoni: fu approvata, poi il sindaco Polese, che fu arrestato per Tangentopoli non ne ebbe più la possibilità di conferirmela. Dopo qualche annetto l’amministrazione de Magistris , che è di nuovo attenta alla bella musica insieme all’eccellente Nino Daniele assessore alla cultura uscente che ringrazio per la sua presenza allo spettacolo che ho donato alla cittadinanza tutta, mi ha onorato della cittadinanza Onoraria di cui sono orgoglioso.

Grandissimo spettacolo con forti emozioni per tutti i presenti.

A cura di Pino Attanasio