Pneumologo, Allergologo con Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio, il Dott. Carlo Gaudiosi, dirige il reparto della SUB intensiva respiratoria, dell’ospedale “S. Anna e SS. Madonna della Neve” a Boscotrecase- Na- convertito, in tempi record in primavera, in Covid Hospital. Medico sensibile e sempre attento alle gravi patologie respiratorie dei suoi pazienti, Il Dott. Gaudiosi, si è trovato da subito, a fronteggiare la pandemia in prima linea e nominato Primario della Sub Intensiva Covid, dell’ospedale di Boscotrecase, dirige nel suo reparto, un gruppo di professionisti altamente specializzati che onorato ringrazia pubblicamente, per il lavoro scrupoloso e instancabile, che svolgono da mesi. Avere, infatti, al suo fianco colleghi, infermieri e OSS, che oltre a formare una grande squadra, mostrano una forte umanità verso i pazienti che vivono situazioni psicologiche impossibili, ha un valore inestimabile, che lo motiva a combattere con ancor più determinazione, questa terribile pandemia. Le tantissime ore trascorse in corsia in questi mesi però, non l’hanno risparmiato e nonostante le rigide misure di prevenzione adottate in reparto, il Primario è stato costretto ad allontanarsi, per curarsi in isolamento a casa, dopo aver contratto il virus. Questa esperienza, fortunatamente asintomatica, ha sviluppato al suo rientro in ospedale, una maggiore solidarietà e comprensione, nei confronti dei degenti, per aver conosciuto le stesse paure e timori che si provano, quando si è consapevoli che non si conosce il proprio destino, quando ci si ammala di Covid19 ed è per questo, che il Dott. Gaudiosi, con convinzione si è sottoposto al vaccino Pfizer-BionTech, perché sostiene che è l’unico modo che abbiamo, per realizzare l’impresa dell’immunità collettiva. Dottore, quanto conta per lei, sensibilizzare le persone a vaccinarsi? Essere tra i prescelti, come categoria da immunizzare per primi, è stata una volontà del sistema sanitario, che lo ha ritenuto opportuno, quindi necessario, per chi tutti i giorni è in prima linea, a salvare le vite umane.Non ho avuto paura a farlo, perché come medico, credo nella ricerca e sostengo l’immunizzazione globale; il vaccino,  fa sicuramente meno paura di un contagio. Adesso è mio compito quindi, informare sull’importanza del vaccino, perché significa trovare la giusta via per debellare la diffusione della malattia; questa del resto, è una terapia già conosciuta e adottata in medicina, per prevenire le diverse patologie che in tempi sconosciuti, avevano diffuso ugualmente, terrore e paura. Un esempio, è il vaccino dell’influenza, che è molto efficace e molti continuano a farlo senza grandi preoccupazioni Ha avuto paura quando è stato contagiato? Chi non ce l’ha? Il timore di non farcela, invade i nostri pensieri e purtroppo la pandemia, lascia segni indelebili, come il ricordo dei tantissimi casi disperati, anche di pazienti giovani, che hanno lottato contro la morte. A questo poi, si aggiunge anche l’amara consapevolezza, di quanto sia difficile proteggere i familiari nel periodo dell’isolamento, quando si vive nella stessa casa. Non amo essere crudele ma, questa è la realtà dei fatti e mi sento di raccontarla perché le testimonianze, aiutano a sensibilizzare le persone a rispettare le regole anti-Covid. Quali sono le terapie che adotta nel suo reparto, per evitare che i pazienti possano essere trasferiti in terapia intensiva? Il reparto che dirigo, è appunto una via di mezzo tra la medicina generale e la terapia intensiva e di certo abbiamo una grandissima responsabilità medica e morale nei confronti dei ricoverati, per evitare di intubarli. I pazienti, che spesso sono in gravissime condizioni, li curiamo con tutte le tecniche e i macchinari che abbiamo a nostra disposizione e confrontandoci anche con i colleghi di altri ospedali, abbiamo visto che riusciamo ad avere ottimi risultati con l’apparecchio Airvo2, un dispositivo che fornisce ossigenoterapia ad alti flussi, molto meno invasivo, rispetto alla ventilazione con la maschera o con il casco. Tale metodica, ci permette di eseguire una terapia che contribuisce a mantenere dei discreti livelli di saturazione, migliorando lo scambio dell’ossigeno nei polmoni e aiutando i pazienti, a respirare meglio. Qual è il suo atteggiamento, nei confronti delle persone che continuano a non credere alla pandemia? Questa indifferenza mi fa rabbia, perché qui si parla di scarsa sensibilità umana, nei confronti delle innumerevoli vittime. C’è ancora tanta gente, che non vuole credere all’evidenza e sono lontanissimi dalla conoscenza della gravità del momento, continuando ad assumere atteggiamenti negligenti nei confronti della società. Personalmente, li spingerei a fare volontariato in ospedale, che purtroppo non è possibile, per aiutarci a dare conforto e coraggio ai sofferenti che vivono in totale solitudine o dargli l’ultima carezza prima di morire, sostituendosi agli affetti dei familiari, che non possono assisterli fino alla fine. Noi operatori sanitari tutti, infatti, abbiamo voluto aggiungere per i malati, una nuova terapia curativa, che viene dal cuore, cercando di trasmettere comprensione e calore umano, nonostante i guanti e le tute di protezione che indossiamo. Forse, solo in questo modo, potrebbero rendersi conto di quanto sia necessario assumere un comportamento di responsabilità, verso se stessi e gli altri. Dottore, sicuramente a fine pandemia, non avrete un podio, ma certa che sarete ricordati come i veri guerrieri del Covid19, vorrei esprimervi la nostra solidarietà, per aver combattuto senza paure. Il medico, non gareggia e non dobbiamo conquistare il podio, la nostra è una missione che svolgiamo con impegno, anche se, spesso dobbiamo rassegnarci difronte a un raccapricciante destino. La solidarietà invece, deve essere di tutti, perché ognuno di noi, ha un compito nella società e dobbiamo saperlo rispettare fino in fondo, per il bene della collettività, in modo da poter essere alla fine, tutti vincitori perché una pandemia, si combatte con coscienza, rispetto e intelligenza, l’importante oggi è, superare insieme il momento.
A cura di Sabrina Abbrunzo