Riaprire “insieme alle scuole che hanno sede nelle stesso comune”, per favorire una didattica
attiva che possa “contribuire alla realizzazione di un modello
di scuola di prossimita’ “; ma soprattutto essere considerati in
base alla propria “funzione e specificita’ “. È quanto chiede
l’Associazione Nazionale Piccoli Musei al ministro della Cultura
Dario Franceschini e al ministro dell’Istruzione Patrizio
Bianchi in una lettera inviata il 27 marzo scorso.
L’associazione, che rappresenta oltre seicento piccoli musei
italiani, ribadisce che la riapertura dopo Pasqua e’ possibile in
virtu’ del fatto che si tratta di “realta’ museali, piccole anche
nel flusso dei visitatori, che pur essendo dignitosissimo non ha
mai rappresentato un rischio di assembramento, e devono essere
considerate nella loro specificita’ e soprattutto nella loro
funzione”. “I piccoli musei si distinguono dai grandi per una
conduzione che coinvolge in parte o totalmente il volontariato,
per i modelli di gestione in cui l’accoglienza amichevole e
consapevole e’ uno dei tratti piu’ distintivi, per essere
strettamente legati al territorio in cui si trovano e in molte
circostanze che rappresentano, per il rapporto privilegiato con
il proprio istituto scolastico, con cui possono contribuire alla
realizzazione di un modello di scuola di prossimita’ “, si legge
ancora nel documento. L’associazione chiede che sia possibile
riaprire “almeno in relazione con le attivita’ educative rivolte
agli istituti scolastici dello stesso comune in cui il museo ha
sede”: questo per “facilitare lo svolgimento delle attivita’
didattiche in sicurezza, valorizzando la funzione pedagogica
dell’apprendimento attivo attraverso occasioni di outdoor
education e di scuola all’aperto nel territorio”.