Le poveri sottili prodotte dai motori diesel finiscono nel sangue dei feti e li’ rimangono fino alla seconda generazione, gas 1danneggiando non solo i feti stessi, ma anche i loro futuri figli. Lo ha scoperto una ricerca francese sui conigli, come riferisce il sito ambientalista transalpino notre-planete.info. La ricerca e’ stata condotta dall’Istituto nazionale della Ricerca Agronomica (Inra), insieme alle Universita’ di Grenoble, Parigi Sud e Utrecht. Gli studiosi hanno esposto coniglie gravide al livello di polveri sottili di una grande citta’ in occasione di un picco di inquinamento. I conigli sono stati scelti perche’ la loro placenta e’ piu’ simile a quella dell’uomo rispetto a quella dei topi. Dalla meta’ della gestazione sono stati osservati ritardi nella crescita dei feti, dovuti a una forte diminuzione dell’apporto di ossigeno alla placenta. I ricercatori hanno trovato le nanoparticelle delle polveri sottili non solo nella placenta, ma anche nel sangue dei feti. Alla fine, i neonati erano piu’ piccoli della media, cosa che in eta’ adulta li espone a malattie cardiovascolari. Quando i cuccioli esposti ai fumi nell’utero sono cresciuti, sono stati fatti accoppiare con altri conigli che non erano stati esposti. I loro feti non hanno mostrato ritardi nella crescita, ma i ricercatori hanno trovato anomalie nello scambio di lipidi fra la madre e il feto. Il che dimostra che l’esposizione ai gas di scarico dei motori diesel continua ad avere effetti anche alla seconda generazione.