II funerale della ragazza uccisa mentre era con il compagno trans, II parroco; “Prima la persona, poi l’orientamento sessuali “Perdonaci splendida principessa L’addio di Caivano a Maria Paola. Lacrime, palloncini, colombe, campane, applausi: è il giorno dell’addio. Il popolo del Parco Verde, oggi più che mai periferia di tutte le periferie, lascia da parte le norme anti-Covid per stringersi intorno a una bara bianca. Bianca perché la 18enne Maria Paola Gaglioneera ancora piccola, soprattutto per la sua famiglia, che in questo pomeriggio di angoscia appare piegata dal dolore. Una sofferenza incisa sul volto della mamma e resa ancor più straziante dalla consapevolezza che a cagionare la morte della loro “piccolina” sia stato il fratello più grande, quello che si era sempre occupato di lei. Per un atroce destino, infatti, è stata la reazione spropositata del trentenne Michele Antonio a provocare l’incidente mortale. Voleva strapparvi alla sorella al fidanzato (un trans con il quale aveva una relazione già da anni) per riportarla a casa, li ha inseguiti nella notte con la moto in una buia strada tra Caivano ed Acerra sino a far cadere il loro scooter. Ieri pomeriggio circa trecento persone (la metà all’esterno della chiesa) hanno voluto rendere omaggio a quella beli a raga zza perdutamente innamorata, hanno immortalato quel sorriso che da giorni rimbalza dalle tv e dai giornali. Mentre il suo compagno, Ciro Migliore, sotto scorta per timore di eventuali rappresaglie, l’ha salutata all’obitorio. «Scusaci Paole, ti chiediamo perdono per non essere stati capaci di custodire questa tua fragile e preziosissima vita», dice con voce incrinata don Maurizio Patriciello,il parroco di un rione dove la lotta contro il male è più dura che altrove. Dall’omelia traspare anche il disagio per le troppe polemiche. «Signore, ricordaci che prima dell’orientamento sessuale, del colore della pelle, del conto in banca, viene la persona umana