“Le riforme più recenti nascondono il rischio di un ritorno alla figura di giudice burocrate, di uno strisciante conformismo della magistratura ad altre sfere, a detrimento dell’imparzialità e dell’indipendenza della magistratura. Occorre recuperare la dimensione collettiva, il valore dei corpi intermedi, per non perdere le conquiste che magistrati come Alessandro Criscuolo hanno faticosamente raggiunto”.
Lo ha affermato Rossella Marro, Presidente nazionale di UNICOST, nel suo intervento nell’ambito del convegno nazionale organizzato dalla medesima associazione, in memoria dell’ex giudice e presidente della Corte costituzionale Alessandro Criscuolo, intitolato “Nomofilachia e indipendenza delle procure alla prova dei tempi”,  tenutosi a Napoli,  presso la Biblioteca “Alfredo De Marsico” di Castel Capuano.

Marro ha citato, come esempio di tali riforme, quella dell’ordinamento giudiziario del 2006, la proposta di “pagelle dei magistrati”, “la modifica dell’articolo 2 della legge sulle guarentigie”, che “mina il principio costituzionale del principio di inamovibilità”, “la proposta di revisione costituzionale per l’introduzione di un’Alta Corte” “con competenza in materia disciplinare”, che mettono a repentaglio “principi che non sono a tutela dei magistrati, ma dei cittadini e della democrazia”. 

Il convegno si è aperto con l’intervento di Antonio Di Marco, presidente di sezione Corte Appello di Napoli, che ha argomentato: “Il fondamento della democrazia sta nei gruppi intermedi; famiglia, sindacati, associazioni”. “C’è stato un periodo di sonno della democrazia in cui si è creduto di potere fare a meno dei corpi intermedi: il pericolo è l’autoritarismo”.

Ha proseguito il Procuratore Generale della Corte Appello Napoli, Luigi Riello: “La riforma del 2006 ha gerarchizzato le Procure: non è possibile che un sostituto dica A e un altro dica B, la Procura è un corpo unico”. “L’elezione tramite estrazione a sorte è una proposta che ha dell’incredibile”.
Marchio Ghionni, Segretario sezionale Unicost Napoli, ha invitato a “raccogliere l’esempio di Alessandro Criscuolo, da sempre iscritto a Unicost, per portare avanti il glorioso bagaglio culturale del nostro gruppo”.
Hanno fatto seguito ulteriori interventi da parte di Patrizia Intonti, Presidente Biblioteca Castel Capuano; Antonio Pepe, presidente sezione Tribunale di Napoli; Ilaria Pagni, professoressa di Diritto Processuale Civile presso l’Università di Firenze; Giuseppe Santalucia, presidente ANM; Fabrizio Amendola e Francesco Terrusi, consiglieri della Corte di Cassazione.
E’ intervenuta anche l’avvocata Ilaria Criscuolo, del Consiglio giudiziario di Napoli, figlia di Alessandro Criscuolo: “Unicost è stata la famiglia di mio padre e sarebbe contento di questo convegno dedicato a lui”. “La professione di avvocato penalista mi porta ad avere una prospettiva speculare ma diversa rispetto alla nomofilachia, a seguito della riforma Orlando del 2017. È poco edificante il fatto che spesso, al cliente che chiede lumi sulla prevedibilità del ricorso per Cassazione, si è costretti a dire che dipende da quale sezione, da quali giudici”.

Carmelo Celentano, consigliere del CSM, ha poi affermato: “Il tema odierno è molto difficile e il legislatore troppo spesso dimentica quale sia la funzione della Corte di Cassazione”. “La Cassazione sempre più nel tempo da giudice della cassazione, sul modello francese, ha assunto il ruolo di giudice del precedente, dell’errore del giudice di merito e, spesso, di giudice dell’errore di merito”.

Ha concluso i lavori Italo Federici, giudice civile del Tribunale di Taranto e vice-segretario ANM. “Con la nuova normativa c’è il rischio di un’accentuazione del profilo sanzionatorio per rendere sempre più vincolante il precedente”, ha sentenziato Federici.