Al bar o con la moka, espresso o americano, è parte integrante del rito della colazione praticamente in ogni parte del mondo occidentale. E da tre anni ha un giorno dedicato: il primo ottobre si festeggia la giornata internazionale del caffè, voluta e sostenuta dall’Ico (International Coffee Organization), che ha deciso di dedicare l’edizione 2018 alle “Donne nel caffè” (Women in Coffee), che si stima gestiscano il 25-35% delle piantagioni di caffè.
All’annuncio della giornata 2018, che risale proprio all’8 marzo scorso (festa della donna), il direttore esecutivo dell’Ico, José Sette, aveva spiegato che “c’è un bisogno evidente di migliori politiche pubbliche e di servizi che aiutino a superare le barriere che le donne si trovano ad affrontare nel settore del caffè”. Perché, nonostante rappresentino almeno un quarto dei gestori delle piantagioni, osserva l’Ico, le donne devono far fronte a ostacoli ancora maggiori rispetto agli uomini. Le produttrici donne hanno rendimenti e redditi inferiori a causa di limitazioni di accesso ai terreni agricoli, al credito bancario, ai mercati, alle tecnologia, alle sementi, all’acqua, alla formazione o all’informazione. Il caffè, storicamente associato ai disturbi del sonno, all’osteoporosi ed a rischi cardiaci soprattutto se assunto in quantità eccessive, è ormai da tempo protagonista di ricerche scientifiche che ne documentano tutti gli effetti positivi sulla
salute, non solo grazie alla caffeina ma anche per il suo
contenuto di antiossidanti. Infatti, a dosi contenute, la nera
bevanda è risultata in grado di proteggere la salute del fegato
dalla cirrosi e dal cancro e in grado di ridurre il rischio di
svariati tumori tra cui il cancro del colon.
Ma non è tutto, in un maxi-studio che ha coinvolto 400 mila
persone è emerso che gli amanti della tazzina vivono più a lungo
in media di chi invece non beve caffè. Lo studio è stato
condotto da ricercatori del National Cancer Institute presso i
National Institutes of Health e indica che il caffè riduce il
rischio di morte per malattie cardiache, ictus, infezioni,
lesioni o incidenti.
Ed è di questi giorni un ultimo studio, condotto dallo
psicologo Burel Goodin, della University of Alabama a
Birmingham, secondo il quale bere regolarmente caffè o altre
bevande contenenti caffeina (i risultati si vedono già con due
tazzine di espresso al giorno) aiuta a sopportare il dolore,
aumenta la soglia di tolleranza.