La sagra del caciocavallo tra gusto e resilienza Celestino Agostinelli Dopo due anni di restrizioni a Castelfranco in Miscano si ripropone l’appuntamento con la «Sagra del caciocavallo», giunta alla sua 22° edizione. Un appuntamento, quello in agenda da oggi fino a domenica 18, ormai famoso in tutto l’appennino centrale compreso tra Campania, Puglia e Molise, che si configura come un vero deposito di valori, Prodotto con latte vaccino e riconosciuto quale «Prodotto agroalimentare tradizionale» dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, il caciocavallo di Castelfranco rappresenta senz’altro una punta d’eccellenza nel panorama delle produzioni tipiche made in Sannio. «Si tratta di una kermesse gastronomica – spiega il sindaco di Castelfranco Andrea Giallonardo – dedicata appunto al caciocavallo, la cui qualità esprime emblematicamente l’identità gastronomica e, più in generale, culturale del nostro territorio, dal momento che la pratica della sua preparazione connota storicamente i rapporti sociali, le relazioni economiche sia dentro che fuori l’area agricola, oltre che lo stesso paesaggio. L’evento rientra nella programmazione Ðîñ 2014-2020 e nel calendario delle attività della manifestazione “Benvenuti nel Fortore – Francigena del Sud ñ Cammini d’Europa”, cofinanziato dalla Regione nell’ambito del programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale e internazionale». Un programma nel quale il Comune di Castelfranco in Miscano è capofila ma che coinvolge altri importanti centri fortorini. Patrocinato dalla Comunità montana del Fortore e dallo stesso Comune, l’appuntamento gastronomico è nato in origine grazia allo sforzo messo in campo 22 anni fa da alcuni allevatori locali, riuniti nell’associazione «Pro allevatori castelfranchesi», presieduta da Carmine Marcantonio. Entusiasta anche il vice presidente dell’associazione «Pro allevatori», Tonino Pacifico: «Siamo felici di aver potuto riportare in vetrina il nostro caciocavallo – chiarisce -, un evento che, nonostante la crisi economica in corso che attanaglia in particolare le aree interne, alimenta la speranza in chiave ripresa. Dopo il Covid, noi allevatori dobbiamo fare i conti con l’emergenza energetica, per non parlare di quella climatica, che unitamente alla lievitazione dei prezzi per la conduzione delle aziende ha determinato un forte calo di produzione del latte che, tuttavia, cerchiamo di non far pesare sulla qualità dei prodotti caseari». La sagra è organizzata all’interno dell’area adeguatamente attrezzata con spazi espositivi, stand riservati alle varie aziende produttrici e aree attrezzate per la degustazione di ricette rigorosamente a base del prodotto principe, il caciocavallo, presentato in molteplici versioni, senza trascurare quelle della cucina tradizionale contadina.