Pasqua in quarantena, l’unica voce è l’appello al presidente della Regione Vincenzo De Luca. I pasticceri, chiusi da quasi un mese, penalizzati anche dall’ordinanza regionale che vieta la consegna a domicilio dei dolci di Pasqua chiedono di smaltire le scorte, centinaia di colombe e uova di cioccolato già prodotte, riattivando la consegna a domicilio. Una deroga che Confcommercio affida a un accorato appello direttamente a De Luca, per ora rimasto inascoltato: «Ci consenta la consegna a domicilio fatta in sicurezza». «Perché non possiamo smaltire le scorte e aggiungere anche altri prodotti consentiti? – chiede Ulderico Carraturo, referente Confcommercio pasticcerie – La consegna a domicilio è una risorsa non una minaccia, se fatta nel rispetto delle condizioni». Sullo sfondo, la paura delle concorrenza in casa. Fornai e panifici possono vendere prodotti confezionati: colombe, casatielli, meno probabile il commercio delle pastiere, considerati alla stregua di veri e propri dolci. I pasticceri no. Un giro d’affari di 25 milioni per i 440 panifici della Campania Non intendiamo danneggiare nessuno ma è chiaro che venderemo i prodotti pasquali che sono consentiti: il casatiello è un prodotto da forno, la colomba è confezionata, non ci sono divieti. L’unico dubbio è la pastiera, ci stiamo informando. Dobbiamo capire se è consentita la vendita del prodotto confezionato