“Il susseguirsi di sentenze quantomeno discutibili per fatti di sangue che vedono coinvolte le donne e il conseguente utilizzo di espressioni lessicali altrettanto discutibili che in qualche modo giustificano il comportamento aggressivo e omicida di uomini violenti, fa tornare in mente l’infamia del delitto d’onore, scomparso dal nostro codice soltanto nel 1981, e avvalora il rischio di attenuanti sessiste nel femminicidio e in fattispecie analoghe”. Lo dichiara Flora Beneduce, consigliere regionale e segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, cofirmataria della legge della Campania per favorire l’autonomia personale, sociale ed economica delle donne vittime di violenza di genere e dei loro figli ed azioni di recupero rivolte agli uomini autori della violenza.
“Il ritmo delle pronunce giurisdizionali in tal senso sembra davvero impressionante. L’ultima sentenza, quella di Genova, che ha concesso le attenuanti generiche per un ‘misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento’ fa il paio con quella di appena una settimana a Bologna, che invece ha avvalorato la tesi della ‘tempesta emotiva’, utile al dimezzamento della pena. Un trend disarmante. Che deve farci riflettere e, soprattutto, deve far riflettere il Parlamento”, prosegue la consigliera regionale.
“Ci auguriamo che il legislatore nazionale intervenga e al più presto e che si torni a giudicare la donna nel processo senza cedere alla tentazione maschilista di descriverla come una provocatrice, come una che se l’è andata a cercare”, conclude Flora Beneduce.