Le notti alcoliche e ‘fatte’ della movida del centro antico sono ancora una volta al centro dell’attenzione di residenti, turisti e comitati civici. Il boom iniziò negli anni Novanta. Parliamo delle due piazze che si trovano percorrendo Spaccanapoli che si sono trasformate nel cuore pulsante della movida del centro storico. A guardarle con la luce del mattino, piazza del Gesù e piazza San Domenico, lasciano senza fiato. Ma bisogna osservarle ad altezza uomo, perché basta abbassare gli occhi per capire che hanno passato entrambe una notte turbolenta. Bottiglie, cartacce, rifiuti di ogni tipo. E non certo è solo questo il problema. “Succede quasi tutte le sere, qui il fine settimana inizia il giovedì e quando vengono le feste e durante il periodo estivo, non ñ ‘è soluzione di continuità “. La racconta così un residente che non si rassegna al fatto di essere praticamente prigioniero in casa tutte le sere da anni. “Qui si inizia alle 18, quando prendono posto i primi ‘bonghisti ‘, poi la notte, almeno fino alle due, è la volta dei giovani che portano casse acustiche da spalla “. Finita qui? Nient’affatto. Perché la notte è appena all’inizio. La movida ‘rumorosa’ e caciarona lascia il posto a un’altra tipologia del popolo della notte. Se la piazza resta sotto il controllo dei festaioli ad oltranza, è nei vicoli vicini che brulicano altri soggetti. Inutile dire che parliamo di stupefacenti. Di cocaina in particolare. “Qua sono ‘fatti’ praticamente tutti”. Non c’è limite di età o di provenienza sociale. Via Francesco de Sancos, la stradina in cui si trova la Cappella del Principe di San Severo, a una certa ora si trasforma in una base di spaccio. Si vendono ‘pallini’ di cocaina e a comprare da uno che assomiglia a quel ‘Sangue Blu’ della serie Gomorra ci vanno tutti. La serata si movimenta attorno alle 4. La musica lì non smette mai, si beve vino e si mangia cibo da strada. I locali sono vivi e suonano di tutto, dal jazz alla Techno (se si passa il verbo ‘suonare’ nel caso di uno che ‘passa’ pezzi in mp3). Ci sono i giovani e i giovanissimi, pochi napoletani e moltissimi stranieri. Africani, russi, montenegrini, tedeschi, autstriaci, inglesi e nord europei. C’è ‘domanda’ e, come legge di mercato impone, non può mancare l’offerta. I pusher sono ovunque.