Omicron spinge il contagio verso il nuovo record: 220mila nelle ultime 24 ore, mentre le 294 vittime
rappresentano il picco della quarta ondata. Numeri che fanno
salire ancora l’allarme, mentre avanza il fronte dei ‘basta
report’, quelli che chiedono di evitare il bollettino quotidiano
dei dati – emesso dal ministero della Salute – che scandisce le
giornate degli italiani ormai da quasi due anni, perche’
“ansiogeno” ed “inutile”. La diffusione di virus e ricoveri
spinge intanto altre due regioni – Lombardia e Friuli Venezia
Giulia – verso la zona arancione. Capitolo vaccini: nei prossimi
tre giorni saranno distribuite alle regioni 4 milioni di dosi,
mentre ieri le somministrazioni hanno nuovamente superato quota
600mila e 19mila prime somministrazioni si sono registrate tra
gli over 60. Continua la fibrillazione del mondo No vax: una
busta con un proiettile e’ stata indirizzata al presidente della
Provincia di Trento, Maurizio Fugatti.
Il tasso di positivita’ si mantiene stabile sul 16% rispetto a
ieri con oltre 1,3 milioni di tamponi effettuati. A livello
nazionale, indica il monitoraggio Agenas, il tasso di
occupazione di posti letto da pazienti Covid nei reparti sale di
2 punti raggiungendo il 26%, mentre e’ stabile al 17%
l’occupazione delle terapie intensive: con 1.677 pazienti. La
crescita di contagiati e ricoverati fa avvicinare alcune regioni
(per ora sono 15 quelle in giallo) al cambio di colore. “La
direzione e’ sicuramente quella, speriamo di riuscire a fermarci
prima”, dice il governatore della Lombardia Attilio Fontana a
proposito del rischio-arancione. A dare il segnale della
criticita’ della situazione c’e’ anche decisione della Regione di
riaprire l’ospedale in Fiera a Milano per i pazienti Covid:
sarebbe la terza riapertura della struttura dopo quella fra
aprile e giugno 2020 per la prima ondata e quella fra l’ottobre
2020 e giugno 2021. Anche il presidente del Friuli Venezia
Giulia, Massimiliano Fedriga, definisce il suo territorio “molto
vicino alla zona arancione”, anche se “con le misure che la
Conferenza delle Regioni aveva chiesto al Governo per i
vaccinati l’arancione e’ come la zona bianca”.
La quotidiana conta di contagiati, ospedalizzati e vittime
non piace a tutti e si scatena il dibattito tra esperti e
politici. Per il virologo Matteo Bassetti il report serale “non
dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle
persone, siamo rimasti gli unici a farlo. Che senso ha – chiede
– dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo?
Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono
ricoverati, stanno a casa. Sono numeri che ci fanno fare brutta
figura col resto del mondo, perche’ sembra che vada tutto male e
invece non e’ cosi’ , nella realta’ altri Paesi che hanno molti piu’
contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se
continuiamo cosi’ finiremo con l’andare in lockdown di tipo
psicologico e sociale”. Raccoglie l’appello il sottosegretario
alla Salute, Andrea Costa, che fa sapere di aver proposto “una
riflessione” in merito al ministro Roberto Speranza: “il numero
dei contagi – spiega – di per se’ non dice nulla, e’ necessario
soffermarsi essenzialmente sui dati delle ospedalizzazioni e
occupazione delle terapie intensive”. Anche secondo
l’infettivologo e membro del Cts Donato Greco “sarebbe un’ottima
idea far diventare settimanale il bollettino dei contagi, mi
sembrerebbe naturale farlo. Noi del Cts stiamo discutendo del
parlarne col Governo”. Differente la posizione dell’altro
sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “Nell’immediato –
osserva – e in attesa di evidenze conclusive sull’argomento,
ritengo comunque utile una comunicazione puntuale e trasparente
di tutti i dati disponibili, accompagnata da un’adeguata
interpretazione che aiuti i cittadini ad orientarsi meglio in
questa nuova fase della pandemia”. Sulla stessa linea il il
virologo Fabrizio Pregliasco. “Comunicare giornalmente il dato
relativo ai contagi – osserva – rappresenta una posizione di
trasparenza e la raccolta del dato in se e’ fondamentale per la
ricerca e la sanita’ pubblica. Siamo ancora in una fase di
transizione, e non fornire oggi tale dato potrebbe facilitare un
‘liberi tutti’ a cui non siamo ancora pronti”.
Domani pomeriggio si riunira’ la Conferenza delle Regioni e
Stato-Regioni: tra gli argomenti che verranno affrontati, anche
un protocollo Covid per il mondo dello sport.