Sono 11.629 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore, per un totale, dall’inizio dell’emergenza, di
2.466.813. L’incremento delle vittime,invece, e’ di 299, che
porta il numero complessivo ad 85.461. Tornano a salire le
terapie intensive con +14 in 24 ore; in risalita anche gli
attualmente positivi con +444. Quattro le regioni sopra i mille
nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. L’incremento piu’ alto
e’ ancora della Lombardia, con 1.375 casi individuati. Seguono
Emilia Romagna (1.208), Campania (1.069) e Lazio (1.056).
In particolare, in base al bollettino del ministero della
Salute giornaliero, sono 216.211 i test per il coronavirus
(molecolari e antigenici) effettuati in Italia nelle ultime 24
ore. Ieri erano stati 286.331. Il tasso di positivita’ risale al
5,3% (ieri era al 4,6%). Gli attualmente positivi in Italia:
sono 499.278, con un aumento di 444 rispetto a ieri. Dall’inizio
dell’epidemia sono invece 1.882.074 i pazienti dimessi o
guariti, con un incremento nelle ultime 24 ore di 10.885. Per
quanto riguarda la pressione sugli ospedali sono 2.400 i
pazienti ricoverati in rianimazione, 14 in piu’ nel saldo tra
entrate e uscite rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri,
secondo i dati del ministero della Salute, sono 120. Nei reparti
ordinari sono invece ricoverati 21.309 pazienti, in calo di 94
unita’ rispetto a sabato.
“Siamo riusciti a compensare un rialzo significativo” con le
misure del periodo festivo ma, guardando lo scenario attuale,
commenta il matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le
Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale
delle Ricerche (Cnr-Iac), “sarebbe necessario a breve prevedere
un altro periodo di 10-14 giorni di ‘freddata rossa’ per
abbassare l’incidenza. Un’azione simile a quella messa in campo
per il periodo delle vacanze di Natale, questo almeno in alcune
regioni”. Sebastiani sottolinea poi che “occorre ovviamente fare
i conti con una serie di fattori che riguardano la societa’
intera ma bisogna capire che lo ‘stop and go’ che di fatto siamo
costretti a fare, come anche altri Stati, avviene in ritardo
mentre farlo prima costa meno alla fine, anche in termini
economici. Dobbiamo evitare di arrivare di nuovo a far
riprendere la velocita’ di contagi considerando anche
che con i ritardi della campagna vaccinale l’azione di
protezione delle categorie piu’ fragili e’ molto rallentata”. Non
dimentichiamo, riferisce l’esperto del Cnr, che da trenta giorni
l’incidenza dei decessi
oscilla attorno a un valore medio di 475 al giorno. Un’azione
adesso “significa anche consentire di riavvicinarci al
controllo con il tracciamento”.
Inoltre il valore medio dal 15 al 22 gennaio della
percentuale dei positivi sui tamponi analizzati tramite test
antigenici rapidi, relativo alle dieci regioni-province autonome
che riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi
di test, e’ uguale a circa 1.7%. Invece, quello per i molecolari
e’ 7.7% e quello per entrambi i tipi assieme, e’ 5.5%.
“Quest’ultimo valore – spiega Sebastiani – si puo’ esprimere come
media pesata dei primi due, con pesi pari alle percentuali di
test rapidi e molecolari sul totale, rispettivamente pari a 37%
e 63%. Se il valore della percentuale dei test molecolari fosse
piu’ alto o piu’ basso di quello attuale, ci sposteremmo verso il
valore di 7.7% o 1.7% rispettivamente”. “È quindi opportuno –
conclude Sebastiani – considerare la percentuale dei positivi
sui soli test
molecolari, che permette anche di proseguire, senza soluzione di
continuita’ , il monitoraggio nel tempo della diffusione
dell’epidemia”.