Nell’emergenza per il coronavirus, “chiediamo attenzione da parte delle istituzioni nei confronti
delle persone piu’ a rischio in assoluto di contagiarsi: gli
anziani in istituto. Le piu’ recenti e tragiche cronache di Rsa e
case di riposo messe in isolamento per l’alto numero di positivi
al test, rivela il fatto che in molti casi non si e’ messo in
sicurezza il personale che li assisteva, ugualmente vittima di
questa grave mancanza. Si poteva e si doveva infatti assicurare
che i lavoratori di queste strutture fossero protetti per
garantire la loro salute come quella delle persone ospitate”. Lo
sottolinea la Comunita’ di Sant’Egidio.
“Se non si e’ attivata questa rete di protezione – prosegue la
Comunita’ – e’ per una cultura troppa diffusa, quella che nega
pari dignita’ alla vita delle persone piu’ fragili con conseguenze
potrebbero essere catastrofiche, come numero di vittime, per il
tipo di strutture ‘chiuse’, in cui gli anziani sono ospitati.
Per tutti questi motivi la Comunita’ di Sant’Egidio chiede al
governo e alle regioni di disporre con urgenza una task force di
medici e operatori sanitari che controlli la situazione
all’interno di istituti come Rsa, case di riposo e altre
strutture di ospitalita’, prima che sia troppo tardi per chi vi
risiede e chi vi lavora”.
Sant’Egidio sollecita anche l’invio di mascherine,
disinfettanti, ventilatori, bombole di ossigeno e altri
dispositivi medici e di protezione, di cui spesso le stesse
strutture sono carenti, nonche’ la sanificazione degli ambienti a
rischio. “Ne va della coscienza civile di un Paese che non puo’
assistere impotente all’ecatombe di una generazione che ha dato
tanto in lavoro, cultura e benessere a chi e’ piu’ giovane”,
conclude Sant’Egidio.