In Italia, dall’inizio dell’epidemia, 115.242 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2 e 13.915 sono decedute. Superati nel mondo i 53 mila morti e un milione di casi. Nelle ultime 24 ore in Campania sono stati registrati 221 casi positivi che hanno portato il totale dei contagiati da coronavirus in regione a quota 2.677. Numeri che restano ancora lontani da quelli del Nord nonostante la Campania sia tra le aree più colpite nel Mezzogiorno . Mentre l’andamento dei casi positivi in Italia sembra aver fatto registrare un rallentamento. Secondo le previsioni dell’Unità di crisi regionale, questa potrebbe essere una settimana determinante per la Campania che dovrebbe raggiungere il picco. Ecco che alla luce di tutto questo la Sanità privata scende al fianco di quella pubblica
Il decreto legge «CuraItalia» prevede il rafforzamento delle strutture sanitarie per far fronte all’emergenza coronavirus. Il decreto autorizza l’assunzione a tempo determinato di un centinaio di medici, lo snellimento delle procedure per facilitare la costruzione di nuove strutture ospedaliere temporanee e l’acquisto di un maggior numero di prestazioni da parte delle strutture private accreditate.
Così anche la Regione Campania ha siglato nei giorni scorsi l’accordo con l’AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) per il potenziamento dei posti letti dedicati all’assistenza dei pazienti Covid 19 e per trovare spazi alternativi per la gestione delle patologie non virali. Nell’accordo sono individuate 4 categorie di pazienti che le case di cura in caso di necessità si sono impegnate a ricevere:
1- pazienti ordinari che gli ospedali trasferiscono per alleggerire il loro lavoro in vista di pazienti COVID;

2- pazienti COVID di media complessità;

3 -pazienti COVID di bassa complessità;

4 -pazienti ospedalizzati guariti in attesa di terminare la quarantena e di essere sottoposti ai tamponi per tornare a casa.
Solo per i pazienti di cui ai punti 2 e 3 è previsto un compenso giornaliero, rispettivamente € 1.200,00 ed € 700,00.
Le strutture in Campania saranno 23, 11 nel napoletano, 5 nel casertano, 2 nel beneventano ed 11 nel salernitano. In quest’ultima categoria rientra anche la “Casa di Cura Salus di Battipaglia” che ha come amministratore delegato il Dott. Coriglioni consigliere nazionale AIOP che ci ha spiegato come verrà riorganizzata la struttura dopo queste nuove disposizioni ma soprattutto chi saranno i pazienti che avranno diritto di accedervi.
“Nello specifico Salus ha dichiarato la sua disponibilità solo per i pazienti di cui al punto 1(pazienti ordinari) e 4 (pazienti clinicamente guariti), quindi senza retribuzione aggiuntiva. Per i pazienti al punto 4 abbiamo messo a disposizione un piano completamente isolato con ingresso separato. Ingressi separati in modo tale che i pazienti ordinari non potranno mai incontrare quelli “post covid” proprio per escludere ogni pericolo che possa determinarsi “una vera bomba biologica” – continua il Dott. Coriglioni – Trattandosi di pazienti in quarantena la rianimazione non è necessaria, in caso eccezionale di aggravamento, il paziente, sarà trasferito come d’Accordo presso una rianimazione, che sarà indicata dal sistema. Abbiamo anche impiantato una piattaforma informatica sulla quale strutture pubbliche e private potranno reciprocamente informarsi sulle disponibilità dei posti letto.”
Guardando alla situazione dello stivale la Lombardia è una delle regioni in cui le strutture private hanno la maggiore disponibilità. Secondo i dati del 2018, gli ospedali accreditati e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) privati in Lombardia hanno a disposizione oltre 300 posti letto, cioè il 38% della dotazione totale della regione, e 200 sono già utilizzati per il Covid-19. Nel resto d’Italia le percentuali sono molto diversificate. È alta l’incidenza della sanità privata nel Lazio, con il 36% dei posti letto di terapia intensiva. Si tratta di ospedali già molto integrati nel sistema pubblico e con cui la Regione Lazio proprio ieri ha stipulato accordi per mille posti letto (non solo di rianimazione). Anche in Emilia Romagna e Campania il privato può dare un contributo sostanziale: i posti letto di rianimazione sono il 17% e l’11% rispettivamente.

“Consapevoli di non aver mai, in passato, affrontato una emergenza del genere, come del resto la maggior parte delle strutture ospedaliere con l’umiltà e l’esperienza che ci contraddistingue, ritenendo non sufficiente la sola organizzazione strutturale, abbiamo fatto, internamente, dei corsi di perfezionamento per tutto il personale ivi compreso quello dei servizi; abbiamo anche stabilito percorsi ed attivato un protocollo interno ad hoc. Detto protocollo è stato, con l’assenso della Direzione Sanitaria, di tutti i medici e di tutto il personale parasanitario, immediatamente reso operativo, anche se al momento, nessun paziente ci è stato ancora inviato” cosi afferma il Dott. Coriglioni della Casa di Cura Salus di Battipaglia.