Un gruppo di titolari di pub e rosticcerie ha protestato in maniera pacifica, ieri
mattina, ad Ercolano  contro l’ordinanza regionale
firmata dal governatore Vincenzo De Luca che consente
l’apertura, a partire dal 27 aprile e fino al 3 maggio, dei
servizi di ristorazione secondo modalita’ e orari stabiliti. Gli
esercenti muniti di mascherine si sono radunati in via IV
Novembre, mantenendo la distanza sociale, e hanno annunciato che
lunedi’ non alzeranno le saracinesche. Motivo? Gli orari
stabiliti nell’ordinanza per bar e pasticcerie (dalle 7.00 alle
14.00) e quelli per ristoranti e pub (esclusivamente dalle 16.00
alle 22.00) con la sola modalita’ di prenotazione telefonica e
consegna a domicilio, nel rispetto delle norme
igienico-sanitarie, andrebbero a penalizzare, dal punto di vista
economico, categorie di ristorazione gia’ colpite dalla chiusura
imposta dai decreti anti Covid. ”Vogliamo essere equiparati ai
negozi di macellerie e alimentari che in questi due mesi hanno
continuato il loro lavoro, prevedendo l’entrata di un solo
cliente per volta nel nostro esercizio” dice Luigi Parentato,
titolare di una pizzeria – gastronomia in via IV Novembre, 164
che si fa portavoce del malcontento dei colleghi. ”L’ordinanza
parla di sanificazione dei locali a spese nostre, ovviamente. Ma
se siamo stati chiusi da oltre quaranta giorni che necessita’
dovrebbe esserci di sanificare? Per non parlare poi degli orari
stabiliti! Il lavoro piu’ intenso per ristoranti e pub si
concentra nelle ore serali, a cena. Si immagina cosa succedera’
con le richieste dei clienti e con le consegne che dovranno
necessariamente avvenire a domicilio? Andremo in tilt. E ancora,
un bar dovrebbe essere aperto dalle 7 alle 14, un orario che
forse puo’ andar bene in una citta’ grande e piena di uffici come
Napoli. Ma qui, nelle realta’ di provincia, quale dipendente di
ufficio chiama per ordinarci un caffe’? Perche’ allora vietare ad
un cliente di entrare qui da noi, pur nel rispetto delle norme
di sicurezza? Chiediamo esclusivamente di lavorare, senza
restrizioni, rispettando tutte le regole. Siamo in debito di
ossigeno, paghiamo la crisi in maniera piu’ dura rispetto alle
altre categorie. E ai dipendenti che mi chiedono aiuto
economico, io devo poter rispondere. E subito”.