Multe salate, da 400 a 3000 euro, per chi viola le regole anti contagio. E la possibilita’ per singole
Regioni di adottare misure piu’ dure di quelle nazionali se il
contagio si acuisce, ma in coordinamento con il governo. Ecco il
decreto legge con cui il premier Giuseppe Conte prova a mettere
ordine tra le ormai tante norme anti coronavirus, a un mese
dalla creazione delle prime zone rosse. Il decreto elenca 28
restrizioni e regole, accorpando quelle adottate con i diversi
dpcm: dallo stop agli spostamenti alla possibile chiusura di
strade e parchi, cinema e ristoranti. L’orizzonte temporale e’ il
31 luglio, perche’ a fine luglio e’ ad ora fissata la fine
dell’emergenza, dichiarata a gennaio. Ma Conte tranquillizza gli
italiani: non staranno chiusi in casa fino a luglio. Sulle
singole misure si decidera’ di mese in mese, in base ai dati del
contagio. Ma il premier, alla terza giornata di leggero calo dei
contagi ma con aumento dei morti, spera di “allentare
prestissimo la morsa”: “Piu’ rispettiamo le regole prima ne
usciamo tutti, con uno stile di vita migliore”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia
intanto un appello all’unita’, auspicando che sia pari a quella
che consenti’ la rinascita nel dopoguerra.
Il presidente del Consiglio parla in una conferenza stampa da
Palazzo Chigi dopo una discussione norma su norma lunga oltre
due ore in Consiglio dei ministri. Nelle stesse ore il governo e’
impegnato in un confronto serrato con i sindacati: incombono
scioperi come quello dei metalmeccanici in Lombardia e la
minacciata chiusura dei benzinai a partire da mercoledi’ notte.
Conte auspica che non ci siano scioperi e professa dialogo, si
dice convinto che non servira’ la precettazione, e annuncia che
sara’ rivista la lista delle attivita’ aperte, per limitarla per
quanto possibile, ferma restando la filiera alimentare e
sanitaria. Ma con fermezza avverte che e’ il governo a decidere:
“La concertazione anni ’90 e’ superata, con i sindacati c’e’
confronto”. Per garantire il rifornimento di carburante,
annuncia, arrivera’ un’ordinanza del ministro dei trasporti con
fasce orarie su tutto il territorio.
Anche sulle sanzioni per chi viola il contagio l’esecutivo,
su stimolo del capo della polizia Franco Gabrielli e pressing
dei Dem guidati da Andrea Orlando, sceglie una linea ferma:
finora c’era un’ammenda di massimo 200 euro che viene sostituita
da una multa che parte da 400 euro, per arrivare nei casi piu’
gravi a 3000. Si era ipotizzato anche la confisca dell’auto a
chi esce senza motivi validi ma in questi casi aumentano le
multe fino a un terzo. “Misure rigorose ma necessarie”, dice il
sottosegretario Riccardo Fraccaro. C’e’ anche la chiusura per 30
giorni, una volta superati i blocchi, per i bar e i negozi che
violino i divieti. E controlli affidati sul territorio anche ai
militari, per rafforzare le forze dell’ordine: “Non c’e’ nessuna
militarizzazione”,chiarisce pero’ Conte.
Il presidente del Consiglio decide anche, sia pur mantenendo
in capo al governo ogni iniziativa, di intensificare il
coordinamento con il Parlamento, dopo le proteste delle
opposizioni e di Iv: d’ora in poi tutti gli interventi, anche i
dpcm, saranno comunicati ai presidenti delle Camere e ogni 15
giorni il premier o un ministro riferiranno in Aula. C’e’ poi il
nodo spinoso delle Regioni e i Comuni, dopo il proliferare di
ordinanze locali a volte in contrasto con quelle nazionali: e’ il
governo a “stabilire la cornice” entro la quale tutti dovranno
muoversi, afferma il premier. Ma uno spazio di manovra alle
Regioni resta, nessun commissariamento: potranno introdurre
d’urgenza e per tempo limitato misure piu’ dure restrittive,
concordate col governo.
C’e’ infine il tema del rilevamento dei contagi, dopo che il
commissario Angelo Borrelli ha considerato realistica la stima
di un contagiato ogni dieci persone non censite. “E’ un
dibattito aperto tra gli scienziati”, taglia corto Conte. E dice
che per ora l’Italia, seguendo le indicazioni degli esperti,
continuera’ a fare tamponi solo ai sintomatici. Quanto alla
possibilita’ di tracciare i contagiati mediante i cellulari, non
si sbilancia: “Le nostre regole sono sempre trasparenti, gli
italiani amano la loro democrazia”.