Il fronte del coronavirus vede medici e operatori sanitari in prima linea, nelle corsie ma anche sulle
ambulanze. I casi di contagio fra i sanitari fanno preoccupare.
“E’ d’obbligo che medici e personale sanitario utilizzino i
dispositivi di protezione personale per far fronte all’emergenza
del nuovo coronavirus, ma ci sono ancora varie segnalazioni che
non siano presenti a sufficienza in ospedali, al 118, tra i
medici di famiglia e nelle strutture sanitarie”, ha spiegato il
presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici
(Fnomceo) Filippo Anelli. “E’ una situazione – avverte – molto
preoccupante sotto questo aspetto”.
L’appello in questi ultimi giorni e’ stato chiaro: “Non andate
in ospedale ma chiamate il 118”. Ma il sistema di emergenza
segnala di avere una rete efficiente ma che potrebbe avere
qualche buco nelle dotazioni, a rischio per il personale delle
ambulanze, e anche per i pazienti. Anche Mario Balzanelli
presidente della Societa’ Italiana Sistema 118 spiega che tutti
gli appelli istituzionali rivolti, “in queste ore, alla
popolazione esortano, a gran voce, ogni qualvolta ci si trovi di
fronte a casi sospetti configuranti possibile contagio o
infezione da Covid-19, a non uscire di casa, a non recarsi dal
medico curante, a non intasare i Pronto Soccorso e – quale unico
comune denominatore – a chiamare il 118″.
“Ho chiesto in queste ore, con fiducia, al ministro della
Salute, Roberto Speranza, un nuovo incontro, che auspico in
tempi rapidissimi, per varare, attraverso un tavolo tecnico
dedicato, linee guida operative – unitarie e molto ben
dettagliate – a livello nazionale” in particolare per queste
situazioni di emergenza. Ci sono infatti segnalazioni da parte
di alcune regioni di carenze di materiale di protezione.
Le Regioni hanno predisposto ambulanze speciali per le emergenze
con equipaggi rinforzati, a disposizione 24 ore su 24 per le
eventuali chiamate, pronte ad affrontare la presa in carico del
paziente, la gestione e il trasporto in bio-contenimento
La prova di quanto affermato da Balzanelli arriva anche dal
numero di telefonate in aumento esponenziale ai numeri di
emergenza, con un conseguente superlavoro per tutte le figure
del soccorso. La sola centrale di Brescia (a cui fa riferimento
Lodi) ha visto un incremento da 3.266 telefonate per domenica 16
febbraio a 13.149 chiamate di ieri. A Milano si passa dalle 787
chiamate di domenica 16 febbraio alle 1054 di venerdi’ con un
trend degli ultimi giorni in costante e deciso aumento. A Padova
le telefonate sono quadruplicate in una settimana. “E’ necessario
che i cittadini siano consapevoli della necessita’ di chiamare
l’emergenza sanitaria (direttamente o attraverso il 112) solo in
casi di vera emergenza, per non intasare le Centrali e rendere
meno efficace e piu’ tardivo il soccorso per i casi gravi”,
aggiunge la Siems. L’invito e” quello di utilizzare il numero
che il ministero della salute ha messo a disposizione per le
informazioni (1500) e laddove esistente come in Lombardia
(800894545) il numero messo a disposizione dalle Istituzioni
regionali per i residenti nelle “zone rosse” o per informazioni
(in Veneto 800462340). Ed infine la societa’ scientifica invia un
ringraziamento agli operatori sanitari e ai tecnici che stanno
svolgendo in queste ore, insieme ai volontari, anche in
situazioni di oggettiva difficolta’ ai volontari un enorme
lavoro.